Soppressione provincia Enna: inizia la battaglia, convocati Stati Generali per il prossimo 2 settembre

La paventata soppressione della Provincia di Enna da parte del Consiglio dei Ministri nell’ambito dei tagli per diminuire i costi della politica ha provocato le giuste reazioni del mondo politico-amministrativi ennese che ovviamente respinge con forza una soluzione che sostanzialmente non apporterebbe alcun vantaggio economico, ma in compenso e disgraziatamente andrebbe a distruggere un territorio che, in questi 85 anni della su7a storia, ricco di storia, di cultura, di prospettive come quello ennese proprio nell’anno in cui si stanno verificando due avvenimenti mondiali sul piano della cultura, vale a dire l’arrivo a marzo della Dea di Morgantina ed a settembre l’apertura totale della villa Romana del Casale.
Il presidente della Provincia, Giuseppe Monaco, ed il sindaco del capoluogo, Paolo Garofalo, si sono riuniti ieri mattina per stabilire quali iniziative intraprendere con effetto immediato per cercare di bloccare un decreto che andrebbe a distruggere completamente una realtà viva come quella ennese,e che si stanno facendo promotori di alcune iniziative a cominciare dalla decisione di convocare gli Stati Generali per il prossimo 2 settembre . Una mega assemblea che si svolgerà presso l’auditorium dell’Università Kore dove ci saranno tutti dalla deputazione regionale e nazionale, ai sindaci dei comuni ennesi, ai rappresentanti sindacali, rappresentanti di categoria. “Vogliamo un’unità d’intenti, non possiamo dividerci proprio in questo momento molto delicato – hanno detto Monaco e Garofalo – perché solo con l’unità di intenti si possono ottenere dei risultati probanti. I Governi regionale e nazionale devono avere rispetto delle nostre comunità, non si possono penalizzare le province del Centro Sicilia, che hanno peculiarità diverse da quelle delle aree metropolitane. Ci sarebbe un impoverimento eccessivo di tutto il territorio i cui effetti sarebbero veramente disastrosi”. “Proprio nel momento in cui si avevano avvisaglie di crescita, pur nel momento di recessione economica – proseguono Monaco e Garofalo- si effettua un taglio di così vasta portata senza riflessioni e considerazioni . Questo decreto evidenzia la latitanza dello Stato nei confronti di una realtà che è sicuramente a rischio ed ovviamente il territorio questo “taglio” non lo merita. Noi faremo di tutto per evitare che succeda. Daremo vita a manifestazioni di protesta, alle quali saremo presenti tutti uniti. Nomineremo un comitato di coordinamento che sarà presente a Palermo e Roma per protestare alla Camera e al Senato ed all’Assemblea regionale. Bisogna essere tutti concorsi nell’azione dimostrativa di una collettività che non vuole subire l’ennesima angheria”.
Paolo Garofalo vuole fare alcuni conti alla mano: “Per la provincia di Enna i costi della politica sarebbero intorno ai quattrocentomila, con tutte le spese si arriva a circa ottocentomila euro, vale a dire la stessa spesa che l’assemblea regionale fa per l’acquisto della carta igienica. Non bisogna dimenticare che nel territorio i servizi vanno garantiti e non si danno perché siamo provincia, ecco perché questo decreto iniquo va annullato”.
Il presidente Monaco evidenzia come la provincia di Enna, in questa vicenda ,sia rimasta sola, anche Caltanissetta che è coinvolta in questo decreto, si è fatta sentire poco quando, invece, una protesta congiunta potrebbe portare risultati più consistenti.

Un documento sottoscritto dal presidente della Provincia, Giuseppe Monaco, e del sindaco del capoluogo ennese, Paolo Garofalo, è stato inviato al presidente della Repubblica, Giorgio Napoletano, e a tutte le autorità comunali, provinciali, regionali e nazionali per evidenziare il disastro che succederebbe nel caso di soppressione della provincia di Enna. Ieri pomeriggio il presidente Monaco telefonicamente ha contatto non solo il presidente della Camera, Gianfranco Fini, suo amico personale, ma anche altre autorità nazionali per significare quanto potrebbe essere disastroso un simile decreto. Nel documento inviato si fa presente come già la provincia di Enna sia stata tartassata dai tagli tanto è vero che “strutture significative come Banca d’Italia, Enel, Telecom, Stazione Ferroviaria sono state tagliate dallo Stato e dalla Regione Siciliane”. “La chiusura dei comandi provinciali della Questura, dei comandi provinciale dei Carabinieri e della Guardia di Finanza – si legge nel documento- rappresenterebbe una scelta di latitanza dello Stato nei confronti di una comunità che non ha mai conosciuto la vergogna di un consiglio comunale chiuso per infiltrazioni mafiose, che si è sempre distinto per la trasparenza degli atti amministrativi, per il coraggio di reagire ai soprusi della malavita organizzata. E’ una provvedimento che appare ritorsivo nei confronti delle province e delle comunità che non godono i privilegi della “opertura governativa”. Il riferimento è alla Lega che ha salvato le sue province nel Nord. “Riteniamo –prosegue il documento – che eliminare le province di Enna e Caltanissetta , confinanti ed espressione delle zone interne della Sicilia, equivalga alla dimostrazione più netta dell’assoluta non conoscenza da parte del Governo nazionale, della vita siciliana, dei propri problemi e delle proprie risorse”. “La convocazione degli Stati Generali per il 2 settembre – conclude il documento- sarà l’inizio di una nuova battaglia per difendere questo territorio e con esso l’idea di un’Italia unità alla quale questa comunità non ha mai spesso di credere”.