Barrafranca. Spiragli per l’utilizzo dell’acqua della diga Olivo

Un’importante riunione si è svolta a Palermo per affrontare con decisione il problema della diga Olivo, a seguito dell’interruzione dell’erogazione per gli agricoltori della zona di Barrafranca e Mazzarino. Per l’occasione erano presenti i sindaci di Barrafranca e Mazzarino, Ferrigno e D’Asaro, seguiti dal presidente del Consiglio Comunale di Barrafranca, Cascio e dal consigliere comunale Flammà, dal consigliere provinciale di Caltanissetta, Petralia, dall’Assessore Provinciale all’Agricoltura, Marcello Melfa, dalla delegazione del Consorzio di Bonifica 6 di con in testa il neo direttore Sergio Sgrò accompagnato dagli ingegneriValvo e Lo Ciuro, dai rappresentanti delle Organizzazioni professionali. Nutrita pure la delegazione regionale con in testa il Prof. Barbagallo, seguito da Dott. Ferrandello, e dai Dott.Greco e Alessi dell’Esa, Ente proprietario della Diga, e il responsabile di Siciliacque. I sindaci hanno subito lamentato il fatto che l’erogazione è stata interrotta senza informare minimamente le popolazioni interessate, quindi le Organizzazioni Professionali hanno lamentato il fatto che esiste un tavolo tecnico presso il comune di Barrafranca è non è stato minimamente informato sul fatto che l’acqua erogata è stata superiore a quella autorizzata dall’Esa e che qualcuno doveva pagare le perdite che nel frattempo subiscono gli agricoltori di Barrafranca e Mazzarino. Il Prof. Barbagallo, appreso che la diga Olivo ha una condotta in disuso, condotta che era quella del vecchio potabilizzatore che portava l’acqua a Caltanissetta, e che a monte della diga esiste un pozzo per il drenaggio della falda acquifera del torrente Juculia per cui basta fare un collegamento di qualche metro per consentire l’immissione nell’alveo della diga acqua di falda per una trentina di litri al secondo. Il professor Barbagallo ha immediatamente chiamato il responsabile di Siciliacque e seduta stante si è potuto accertare che era un percorso che si poteva seguire con una certa immediatezza, ma prima bisognerà effettuare un sopralluogo congiunto tra l’ente proprietario della condotta e l’ente gestore della diga, che è il consorzio di Bonifica con l’ing Lo Ciuro. Una soluzione che potrebbe consentire la ripresa dell’erogazione. Una vicenda che dovrebbe far capire che non si può scherzare sulla pelle degli agricoltori, e che se non si sarebbe risolta così qualcuno avrebbe pagato di tasca propria ed in maniera pesante.