Enna Calcio: “Noi andiamo via”; cercasi società!

Come un morto che cammina, è così che si presenterà l’Enna Calcio per i prossimi mesi. A dirlo senza indugi è stato ieri Piero Tamburo che insieme a Peppino Cannarozzo e Raffaele Ammendola ha illustrato presente e futuro dell’Enna. Tamburo ha esordito con un excursus del suo “curriculum” professionale e sportivo in risposte a delle recenti dichiarazioni dell’ex diesse Giovanni Martello. E Tamburo inizia subito con dichiarazioni choc sul futuro dell’Enna. “È morta, concluderà la stagione garantendo le spese necessarie, ma a fine campionato o qualcuno la rileva o finirà d’esistere”. Per la prima volta si è parlato chiaramente e senza giri di parole spiegando qual è la realtà dei fatti. Tamburo ha anche detto che “se c’è qualcuno disposto a prendere la società adesso che si faccia avanti, possiamo discuterne” ed ha annunciato che “questi passaggi saranno portati avanti da Ammendola”. Sarà lui che traghetterà il passaggio di società nel caso di manifestazioni d’interesse. E sempre Tamburo è stato un fiume in piena quando ha accusato “il totale assenteismo di istituzioni, città e Comune”. Il dito è puntato sull’assenza di progettazione sugli impianti e sullo sport: “Avevamo in mente un progetto ambizioso che si basava sui giovani, la costituzione di una scuola calcio che guardasse al futuro, una partecipazione di imprenditori e tifosi, un club formato S.r.l.”, un progetto che per gli ormai ex dirigenti ennesi non può più farsi “per il disinteresse cittadino e per l’assenza di strutture”. È però vero che le colpe non sono solo di chi si è disinteressato, ma anche – in larga parte – della società che pur sperando diversamente sapeva che sarebbe stato difficile far calcio ad Enna per la crisi, ma anche per gli attriti creati in questi mesi. E di saette ce ne sono state anche per il Comune: “Non c’è neanche un campo dove allenarci, da un mese aspettiamo dei lavori al Gaeta e tutto è fermo”. “Per quanto mi riguarda con il calcio ad Enna ho finito, io mi dissocio e se non ci sarà una forza economica si chiuderà”. Adesso tutto passa in mano a Cannarozzo che sarà coadiuvato dal vice presidente Siracusa (nonché genero) e dal segretario Bizzini. Il dirigente finirà la stagione con i giovani locali, ma in questo caso bisogna capire chi saranno quei ragazzi che accetteranno le condizioni della società ossia giocare solo con i rimborsi spesa minimi. Cannarozzo ha però escluso l’ipotesi di una rinuncia domenica e un possibile ritiro dal campionato. Tamburo ha poi criticato le passate gestioni “scellerate dove sono stati portati calciatori qui a svernare”, ma quando gli è stato fatto notare che anche in questa stagione si sono visti calciatori non proprio giovani e comunque non ennesi ha risposto: “Per quello che si era visto, ad Enna non c’era gente in grado di garantire la salvezza”. Una risposta molto ambigua. Cannarozzo ha poi allontanato le voci la paternità societaria a Bonasera: “Non ci sono dubbi, lui non c’entra più nulla”. Adesso che la società è stata molto chiara sul futuro dell’Enna, la salvezza passa attraverso l’interesse della città e di chi ha a cuore le sorti dei gialloverdi, è a loro che si guarda con fiducia. Un ultimo appello perché ora chi vuole davvero che l’Enna viva deve uscire allo scoperto.