Al Governo dei Tecnici il Sud non sfuggirà di mano

Nel Governo dei Tecnici tornerà il Sud come essenziale per la crescita del Paese?
E’ il segnale che si attende.
Un segnale quale risposta ad una lunga disattenzione verso le popolazioni della Sicilia e dell’intero Mezzogiorno.
Monti non ha mancato, al suo primo incontro con l’Europa, di avviare il difficile compito che lo attende in Italia, e porrà all’ordine del giorno della crisi il comune tema dell’area del Sud Mediterraneo, ove si gioca una grande partita per l’Europa, la pace e lo sviluppo del continente africano.
L’ha visitato, negli stessi giorni ancora Benedetto XVI (1), e questa visita non è senza significato sul piano della cooperazione internazionale e dei doveri dell’Italia e dell’Europa.

Oggi il Sud d’Italia, più che in passato, si proietta nell’Africa e nel Medio Oriente, per la cura e gli interventi, che paesi come la Grecia, la Spagna, il Portogallo, richiedono alla solidarietà europea ed alla responsabilità storica del gruppo dei paesi fondatori dell’Unione Europea, Germania, Francia, Italia.

Nella prossima Agenda di Monti il Mezzogiorno d’Italia dovrà trovare, pertanto, l’attenzione che merita per le peculiarità della crisi, per le potenzialità umane ,per le risorse agricole, per la posizione geografica, per i riconoscenti richiami del Presidente Napolitano (2-4).

il Presidente Lombardo ha evidenziato sul suo blog che occorre una vera e concreta coesione nazionale tra la Sicilia, il Meridione e l’Italia intera per lo sviluppo e la crescita. Egli scrive che col nuovo governo formato da ministri di altissimo profilo tecnico, il Paese può affrontare l’attuale crisi ed uscirne e che “l’Italia pare aver riacquistato in ambito europeo il ruolo che le spetta di diritto. E’ vero, come da piu’ parti e’ stato sottolineato, che i ministri e lo stesso presidente del consiglio sono uomini e donne del nord, tranne alcune eccezioni. Ma e’ pur vero che la loro storia e i loro curricula li pongono finalmente in uno stato di terzieta’ e quasi di garanzia nei confronti di un piu’ complessivo ragionamento che possa affrontare la questione meridionale e quella settentrionale in un’ottica di concreta coesione nazionale”.

Altri recenti appelli e dichiarazioni sia di autorevoli esponenti delle istituzioni che di personalità del mondo scientifico e della cultura, hanno posto al centro dell’attenzione numerose tematiche che ancora oggi attagliano le regioni meridionali. Tra le tante, vale la pena di sottolinearne talune, a partire dalla borsa delle opere incompiute che ha reso le distanze tra il mezzogiorno ed il resto del paese sempre maggiori:

• il dissesto di molta parte del suo territorio, non sempre normato dai Piani Regolatori,
• il ritardo nella spesa, ancorché limitata da discutibili patti di stabilità, per gli interventi di emergenza (Messina) e mai per la prevenzione;
• le infrastrutture incomplete con i progetti cantierabili per autostrade, ferrovie, metropolitane, porti, senza parlare della farsa sul Ponte di Messina;
• una burocrazia sonnacchiosa, ed a volte sovradimensionata, con leggi e procedimenti che, generando ritardi operativi e rallentando la vita delle imprese, induce in tentazioni ed in operazioni di malcostume pubblico nelle concessioni;
• un’agricoltura, con prodotti eccellenti e infrastrutture insufficienti, che rendono impossibile lo sviluppo e/o nuove occupazioni;
• un sistema bancario poco disposto agli investimenti ed al credito;
• un turismo incapace di accoglienza e di offerte appetibili, come segnalano recenti iniziative di agriturismo accanto a proposte di un turismo elitario multistellare;
• una edilizia ferma per piani regolatori assenti o intralciati da norme, che ritardano le cooperative a realizzare i piani di edilizia popolare necessari e gli artigiani a rinnovare botteghe e laboratori di richiamo produttivo;
• una trascurata accoglienza civile agli immigrati di Salina ,di Lampedusa e delle altre sedi , i cui centri di accoglienza, visitati nei giorni scorsi sono stati ritenuti non degni di ospitare, anche per brevi periodi, esseri umani con i quali il futuro, sul piano della convivenza nell’Europa, sarà di comune interesse;

Una sovra dimensione delle istituzioni politiche locali e regionali e dei relativi costi, e una sottoutilizzazione delle risorse umane occupate per l’igiene e l’ambiente (Napoli o Palermo) non consentono un’efficace tutela e salubrità ambientale;

-Per la cultura, i Musei , i Parchi, le Riserve e Siti archeologici non dispongono di adeguati servizi di ricettività, ristorazione, di stand adibiti a commercio promozionale dei prodotti-souvenir tipici dei luoghi visitati (se presenti trattano a prezzi non calmierati), né delle guide e degli addetti alle aperture, in tutte le ore richieste dal turismo, come in tutte le parti del mondo che curano il turismo ed i beni culturali, come risorsa non secondaria nella società della conoscenza e della mobilità culturale dei flussi turistici di massa;

• un sistema di trasporti relazionali con il resto del paese che non conosce la modernità e la velocità degli Eurostar e dei nuovi prodotti di Marchione.

Anche i treni Eurostar (nel Sud non hanno nome ) e quelli a bassa velocità, in contrapposizione all’alta, (gli espressi percorrono Palermo – Messina in quattro ore e 25 minuti) annunciano per il Natale e nella stagione invernale soppressioni, riduzioni frequenze, meno carrozze, cancellazioni di
Carrozze dirette, che allontanano da Milano, Torino,Venezia e dal centro Europa le città di Lecce, Bari, Reggio, Messina, Palermo, Catania, Agrigento, Siracusa.

Sono penalizzati da Trenitalia i pendolari, i lavoratori e le famiglie, che vivono al Nord come il turismo nazionale ed internazionale e la commercializzazione dei prodotti pregiati dell’Isola.

Dopo i festeggiamenti del 150° dall’Unità d’Italia, per i passeggeri meridionali, la patria si ferma infatti a Roma (non la città invocata da “Roma o morte”, ma la Roma, ove muoiono i convogli ferroviari del Sud, mentre sono stati aboliti finanche i treni notturni. Al loro posto arriverà ma solo nella Padania “Italo”, il nuovo treno della Ntv di Luca Corsero di Montezemolo, a sfidare l’alta velocità delle FS. e le distanze Nord –Sud cresceranno.

Un segnale di controtendenza: è la visita, in questi giorni effettuata dai primi ministri tecnici del Governo, chiamati ad affrontare i disastri ambientali del territorio, vedi Messina, Saponara, Barcellona, con centinaia di sfollati e numerose morti, o la chiusura delle fabbriche (Fiat Termini Imerese ).

La chiusura della Fiat, anche se con la positiva mediazione del ministro Passera, intervenuto per sancire una onorata chiusura dell’unico stabilimento Fiat in Sicilia dell’ultimo mezzo secolo di sviluppo industriale del Paese.

Ed il ministro dell’Interno, Cancellieri è tornato ad incontrare l’Isola per la gestione dei patrimoni confiscati alla criminalità organizzata, per l’emergenza legalità e la sicurezza dei cittadini, per le carceri sovraffollati, gli organici carenti delle forze dell’ordine e dei i magistrati, di un Sud disattenzionato e dimenticato dalla pluriennale politica condizionata dalla Lega e da un governo, che non è stato neppure riconoscente agli eroi civili che ne hanno rappresentato la funzione unitaria ed etica, non temendo la morte nel servire lo Stato.

Per la comune memoria: la Sicilia ha visto ridotti, in questi ultimi anni, i trasferimenti dovuti alla sua peculiarità costituzionale, da indirizzare per Statuto alla Regione ; non ha goduto della piena utilizzazione delle risorse destinate dall’Europa, a partire dai fondi FAS, per i ritardi ed i veti di talune forze di governo, ha registrato l’agonia delle sue potenzialità umane, delle sue giovani generazioni, ricordate da Visco, con l’invito alla loro valorizzazione nella ricerca, nella formazione professionale, nel primo impiego, nel sostegno alle nuove imprese. E molti sono già emigrati verso l’ignoto, come i profughi dei paesi africani.

Ed intanto la criminalità organizzata prosegue, un po’ più disturbata nei suoi traffici, avendo subito i notevoli colpi inferti, ancora recentemente.

I primi ministri avranno trovato la crescita supplementare del racket presso i piccoli esercizi in crisi, una criminalità che appare coperta da omertose dichiarazioni dei familiari dei carcerati, spesso disinformati dell’evoluzione organizzativa delle cosche.

E l’opera dei magistrati e delle forze dell’ordine si fa difficile per il numero degli organici e per l’oscuramento delle prove nella ricerca dei latitanti,mentre in arrivo è la mafia cinese.

Questo Sud non è dannato dalla cattiva sorte, fatalisticamente segnato dalle lagnanze, ma merita di rientrare, nel 150° anno dell’ unità d’Italia, nel programma di equità del nuovo governo, della crescita e del superamento della crisi economica, sociale, occupazionale, relazionale con il resto del Paese.
Si prefigge un nuovo modello di sviluppo condiviso, concordato ed armonico tra tutte le regioni d’Italia, in cui diversità e caratteristiche dei territori rappresentino non divario, ma arricchimento economico e nuove opportunità di lavoro, di emancipazione e di progresso e rafforzamento democratico.

Lo confermano Giorgio Napolitano nel suo saggio di riflessioni sul “bel Paese uno e indivisibile” (4) ed anche i Vescovi (3).

Tutte le regioni del Mezzogiorno attendono segnali per partecipare attivamente all’uscita del Paese dalla crisi, con le sue energie umane, tecniche, intellettuali, artistiche, creative, con la sua posizione geografica, pronte a raccogliere le sfide del futuro, partendo da un indirizzo responsabile e coinvolgente l’intero paese.

Bossi si può sentire soddisfatto per il fatto che tra i tecnici del Governo non ci sono più “terroni”, siciliani almeno a livello dei ministri. L’Agenda di Monti sembra avere ritirato la mobilità governativa, concessa ad Arcore a sancire l’anno dell’unità nazionale .

Monti sappia, comunque, di godere della speranza e della fiducia del popolo meridionale e non per un atto dovuto e consequenziale alla tradizione culturale della benevolenza preventiva, accondiscendente e pavida verso i vincitori ed i governanti .

Anche se fummo gelosi ed orgogliosi dei Vicerè e dell’autonomia del parlamento siciliano, ricordiamo che Sturzo non cedette alle lusinghe del potere e in tempi più recenti le rappresentanze meridionali dell’UDC di Casini non accettarono l’omologazione nel sistema bipolare, per non perdere una identità e cancellare una pagina di storia.

Alle divagazioni ed alle glorie dei profeti e dei pochi coraggiosi operatori politici, anche della recente stagione, poco conosciuti dall’opinione pubblica, preferiamo confermare a Monti ed al suo Governo la fiducia popolare di quanti temperano la paura dei provvedimenti restrittivi sul piano economico con la responsabilità degli Italiani veri.

Quasi istintivamente, le forze partitiche, per una ritardata consapevolezza, comunque meritevole, hanno affidato alla proposta del Presidente della Repubblica di convergere gli sforzi istituzionali verso un momento di discontinuità politica, senza traumi e conflitti abituali e diffusi, chiamando, per uscire dalla crisi, al Governo, uomini dotti e valenti professionalmente. Sono tali che possano r tentare una svolta, che premi talenti e meriti verso una difficile operazione di equità nella utilizzazione razionale delle poche risorse, al cui successo dobbiamo concorrere, nelle istituzioni locali e regionali e nella società, per ridare prestigio alla Politica e fiducia nuova nella partecipazione, come da più parti stanno facendo i “cattolici adulti e non” (5) e comunque i laici del generoso associazionismo meridionale, dalla Settimana sociale di Reggio Calabria alle diffuse iniziative di formazione sociale e politica alle quali partecipano desiderosi di cambiamento i giovani della stagione della precarietà.

A costoro, i Vescovi ieri (3), nel Documento sul Mezzogiorno e recentemente Bagnasco e Crociata (2) hanno ricordato i doveri primari dei cristiani per il bene comune e le risposte non si fanno attendere da Todi, a Camaldoli, a Roma, a Mazara del Vallo, a Piazza Armerina, a Catania, a Palermo, dietro le indicazioni ed i richiami del cardinale Paolo Romeo.


Ferdinando Russo
onnandorusso@libero.it

1) Benedetto XVI ,Africae Munus, Esortazione Apostolica Postsinodale, del Santo Padre Benedetto xv,all’Episcopato,al Clero,alle Persone Consacrate e ai Fedeli Laici sulla Chiesa in Africa al servizio della riconciliazione,della giustizia e Della pace, Città del Vaticano 2011.
2)F.Russo, Bagnasco sveglia i cattolici e Napolitano richiama il Governo per il Sud in www.vivienna.it o in www.google.it oppure in www.fasokamba.it, o in www.agueci.blog.kataweb.com
3) Il Documento dei Vescovi per il Mezzogiorno,2010 vedi www.google.it,alla voce Ferdinando Russo ed il laicato del mezzogiorno
4) Giorgio Napolitano, “Il bel paese uno e indivisibile,2011,Roma
5) F.D’Agostino, in Noi Cattolici e il bene di tutti in Editoriale di Avvenire del 23 Novembre