Piazza Armerina. Carcassa di aquila imperiale Heliaca donata al dipartimento ”Demetra”

Alcuni mesi fa gli agenti del Corpo Forestale del distaccamento di Piazza Armerina hanno ritrovato in contrada Leano in territorio di Piazza Armerina, un’aquila imperiale Heliaca da poco deceduta. Trattandosi di una specie di rapace molto rara, di cui esistono circa 800 esemplari al mondo, gli agenti hanno subito avviato le indagini a 360 gradi finalizzate ad accertare un eventuale traffico di contrabbando di animali rapaci di specie rara. Immediatamente la carcassa del rapace è stata trasferita al Centro di Recupero Fauna Selvatica Ronza previa intesa del Corpo Forestale con la responsabile del Centro, Viviana Ingrasciotta. La carcassa è stata successivamente trasferita al Centro Zooprofilattico di Caltanissetta per effettuare l’esame autoptico, in un secondo momento, però, è stato deciso di effettuare l’esame presso il Centro Zooprofilattico di Palermo. Nel frattempo la prosecuzione delle indagini ha consentito di contattare il responsabile del Museo di Bratislava in Slovacchia, in quanto l’aquila al momento del ritrovamento era fornita di un anello con la indicazione del suindicato museo e di un codice alfanumerico. Il direttore del museo ha spiegato agli agenti forestali che all’interno del sistema museale esiste un centro per lo studio della specie dei rapaci, l’Aquila Imperiale Heliaca, a un anno di vita, dall’Est Europa migra in Africa, ma trattandosi di una specie giovane e immatura che soffre di spiccato errantismo e non sempre segue la rotta comune lungo i Balcani spesso giunge in Africa dalla Sicilia, come nel caso del rapace ritrovato a Piazza Armerina. Il Corpo Forestale ha contattato un esperto della materia, il prof. Bruno Massa, del dipartimento “Demetra” dell’Università degli Studi di Palermo, docente di zoologia ed endemologia ed esperto internazionale di rapaci e fauna migratoria, che ha confermato quanto spiegato dal direttore del museo. Ulteriori approfondimenti hanno consentito di verificare che l’animale, forse durante il volo, o nel corso di una sosta potrebbe essere stato ferito da una pallottola per la presenza di un foro in un’ala. Infine, la Procura della Repubblica di Enna ha archiviato le indagini per mancanza di ulteriori indizi e qualche giorno fa ha dissequestrato il reperto dall’Istituto palermitano, dopo la redazione di un attento verbale la carcassa è stata donata al dipartimento universitario “Demetra”diretto dal prof. Massa, per la effettuazione di analisi genetiche e biometriche finalizzate alla ricerca e alla studio scientifico della specie rara.

Marta Furnari