Nicosia. Contro la chiusura dei punti nascita l’on. Leanza: “tuteliamo la salute dei cittadini”

Nicosia. “Occorre far sentire con decisione il nostro sostegno ad i 28 punti nascita siciliani che non potranno più operare già dal prossimo 30 settembre, ma soprattutto bisogna difendere la salute dei cittadini”. Lo ha dichiarato il deputato regionale del PdL, l’on. Edoardo Leanza, in riferimento a quanto previsto nel Decreto “Riordino e razionalizzazione della rete dei punti nascita” pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana del 5 gennaio.
“Il Governo Lombardo fa i conti ed applica tagli senza prendersi cura delle reali necessità del nostro territorio regionale e dei suoi abitanti – continua l’on. Leanza – in considerazione del fatto che le vie di collegamento tra i diversi comuni sono troppo spesso in pessime condizioni, se non addirittura impercorribili e che molte strutture già cancellate dal Decreto gravitano in zone montane o disagiate”.
Il provvedimento firmato dall’assessore per la Salute, Massimo Russo, subentra al provvedimento varato a settembre 2011 ampliando il numero delle strutture da chiudere e cancella di fatto anche le cinque eccezioni inizialmente previste tra queste, Bronte, Mussomeli, Nicosia, Santo Stefano di Quisquina e Corleone. In tutta la Sicilia dunque sono stati confermati 42 centri su 70: a chiudere i battenti, perché non raggiungono i 500 parti all’anno sono 20 unità operative pubbliche e 8 case di cura private. I direttori generali delle aziende sanitarie e le strutture private accreditate, avranno comunque tempo fino al 30 giugno 2012 per presentare un apposito piano di riconversione, d’intesa con il Comitato percorso nascita regionale e il Comitato percorso nascita aziendale/locale, delle strutture interessate per l’accorpamento o la disattivazione dei punti nascita e di procedere entro il 30 settembre 2012 all’accorpamento o alla disattivazione degli stessi.
“La nuova geografia delle strutture sanitarie – conclude il deputato PdL Edoardo Leanza – mette a rischio non solo la salute ma addirittura la vita delle mamme e dei bambini che portano in grembo; tali motivazioni concrete impediscono queste chiusure. Non si fa economia a discapito della vita”.