Troina ha dimenticato padre Vito Misuraca, appello per rimediare

Troina. Sarebbe proprio il caso che Troina facesse qualcosa per conservare il ricordo di padre Vito Misuraca, morto il 22 febbraio 2010 all’età di 60 anni a Bari a seguito di una grave malattia, allo scopo di trasmetterne la memoria alle future generazioni. Padre Misuraca merita di essere ricordato per essersi opposto al genocidio del Rwanda nella guerra etnica del 1994 tra Hutu e Tutsi, i due popoli che vivono nel piccolo paese dell’Africa Centrale. Il Comune di Padova lo ha già fatto insignendolo del titolo di “Giusto” il 2 ottobre 2011 con una cerimonia svoltasi nel Giardino dei Giusti del Mondo e presieduta dal sindaco della città veneta, Flavio Zanonato. Il Giardino dei Giusti, dove a ricordo di padre Misuraca è stata eretta una stele, è il parco creato dal Comune di Padova per onorare le persone che, con le loro azioni, si sono opposte ai genocidi del XX secolo. Assieme a padre Vito Misuraca, sono stati iscritti nel registro del Giardino dei Giusti di Padova altri due sacerdoti, Eros Borile e Vito Giorgio, dell’ Ordine dei Padri Rogazionisti al quale apparteneva padre Misuraca. Padre Vito Misuraca è nato a Catania il 12 febbraio 1950, ma con Troina dove vivono alcuni sui parenti ha avuto uno strettissimo legale. Ha sede qui a Troina l’Associazione “Mere du Verbe” Pro Rwanda Onlus che raccoglie fondi da destinare all’orfanotrofio fondato da padre Misuraca a Kigali. La sua famiglia è originaria di Cesarò dove hanno voluto ricordarlo con una targa collocata nella piazza del paese. Era ancora molto giovane quando, seguendo la sua vocazione religiosa, andò a Messina a studiare nel seminario dell’Ordine de Rogazionisti. Ordinato sacerdote nel 1976, partì un paio di anni dopo per il Rwanda, dove, prima che si insediasse la comunità rogazionista, frequentò uno stage sotto la guida dei padri Pallottini polacchi. Misuraca era un uomo d fede al quale non faceva difetto uno spiccato senso pratico. Durante gli studi di teologia, infatti, frequentò un corso di infermiere che si rivelò di grande utilità negli anni di permanenza in Rwanda. La cura delle anime non era disgiunta dalla cura per alleviare le sofferenze fisiche. Nel 1990 fondò l’orfanotrofio “Madre del Verbo” a Kigali, la capitale del Rwanda. Durante la guerra etnica tra Huti e Tutsi, per il suo impegno contro il genocidio e per la difesa dei diritti umani, fu minacciato di morte, ma non abbandonò i bambini dell’orfanotrofio che portò in salvo a Nyanza, dove li difese dalla furia omicida dei miliziani. Misuraca ha raccontato quella tragica esperienza nel libro “Ruanda. Diaro dall’inferno”, che fu presentato nel 1995 a Troina. Incurante delle minacce di morte, continuò a sua azione umanitaria a difesa dei più deboli, costruendo una chiesa, una casa per religiose, una scuola materna ed elementare ed un piccolo ospedale con clinica pediatrica ed oftalmica. Nel 2004, per la sua attività umanitaria, ha ricevuto in Campidoglio, a Roma, il premio Educazione per la pace. Che Troina, alla quale Vito Misuraca era molto legato, non abbia ancora fatto nulla per ricordarlo, è una mancanza alla quale occorre rimediare.

Silvano Privitera