Ciulla rende omaggio alla dea di Morgantina con una serie di sculture in marmo e gesso che, poste fianco a fianco con i preziosi reperti ellenistici, creano una contaminazione originale ma rispettosa del luogo e della storia che vi si respira, con una rielaborazione contemporanea del mito insolita nei toni e nei materiali.
Tra le opere esposte c’è la gigantesca stele con figura di donna in diabasite nera che troneggia accanto alla porta di ingresso della chiesa-museo, le figure con bambino in travertino bianco che partoriscono dalla dura pietra nuova vita, le sinopie, con soggetti agresti e mitologici, che campeggiano nel coro, come sospese sullo sfondo del Museo della Chiesa di San Francesco, un ideale ponte di collegamento tra mito e storia. Nelle opere di Ciulla è presente tutto il fascino della storia più profonda della sua Terra e del mito che vi ha respirato fin dall’infanzia, non per nulla una delle sue mostre più recenti è dedicata appunto alle “Le misteriose declinazioni del mito” .
Quindi chi più di lui era adatto a rappresentare l’Isola del mito, come è stata definita la Sicilia?
Le altre tre mostre sono ospitate a Taormina, dove espone l’artista giapponese Kan Yasuda; a Lipari, dove le mura del Castello, il Museo Archeologico Luigi Bernabò Brea, la Chiesa di Santa Caterina, sono gli efficaci spazi espositivi per Alfredo Sasso. A Palermo, Raffaele De Rosa, il pittore del Mito, mette in mostra le sue grandi tele nell’ottocentesco Teatro Politeama Garibaldi (Sala Gialla, terzo piano).
Franca Ciantia