Enna. Altra indagine dei Carabinieri sui beni di “zio Turi”

Enna. I carabinieri del comando provinciale, coordinati dal tenente colonnello Baldassare Daidone, stanno effettuando nuovi accertamenti sui tanti contributi per l’agricoltura, provenienti dalla Comunità Europea, che sono stati percepiti , nel corso degli anni, dal presunto capo provinciale della famiglia “Cosa Nostra” Salvatore Seminara, agricoltore-allevatore di Mirabella Imbaccari, nel corso degli anni che vanno dal ’90 al 2000. I carabinieri del comando provinciale in collaborazione con la Dia di Caltanissetta, l’anno scorso, in occasione di un’operazione antimafia, sequestrarono i beni di zio Turi, che consistevano in società assieme ai familiari, allevamenti di buoi e cavalli, appartamenti e fabbricati tra Piazza Armerina e Mirabella Imbaccari, quantificandoli “in dieci milioni di euro”. Sostanzialmente veniva evidenziato che c’era una sproporzione tra i redditi dichiarati e “acquisti” di beni, tra cui un appartamento che Salvatore Seminara avrebbe acquistato a Piazza Armerina ed avrebbe regalato a un’amica. Adesso è stata effettuata una verifica supplementare, un’indagine bis che ha riguardato il patrimonio del presunto boss, a seguito delle conclusioni a sorpresa alle quali è giunto il perito incaricato dal tribunale sui beni di Seminara che vengono ritenuti compatibili con i redditi denunziati. I giudici hanno dato incarico a un esperto, dopo che il difensore del presunto mafioso, l’avvocato Franco Azzolina, aveva messo in dubbio tutte le conclusioni dell’accusa ed anche la quantificazione in 10 milioni di euro dei suoi beni, ritenendoli, invece, inferiori; per la difesa era un’esagerazione e ne aveva chiesto il dissequestro. E così il perito Mario Lo Bosco di Catania rispondendo al quesito del tribunale, che chiedeva di stabilire il valore vero ne valutava la congruità rispetto alla capacità reddituali. Le conclusioni erano che i beni di Turi Seminara sarebbero frutto del suo lavoro, ma soprattutto degli svariati contributi ottenuti. In base a queste risultanze gli investigatori starebbero lavorando proprio sui contributi che Seminara avrebbe ricevuto per l’agricoltura e la zootecnia, e di cui pare che non si parla nell’indagine. Il pm della Dda Roberto Condorelli avrebbe già depositato una memoria in tribunale, sulla base dei nuovi accertamenti effettuati. I contenuti si conosceranno probabilmente fra una diecina di giorni. Il 15 febbraio, infatti, il tribunale dovrà sentire la relazione del perito e decidere se confiscare i beni, come chiede il Pm oppure se, come viene chiesto dalla difesa, passare al dissequestro degli stessi.