Welfare community, le associazioni di volontario a Troina

Troina. Ci sono molte associazioni di volontariato in paese, che operano in campi diversi: dalla tutela ambientale all’assistenza socio-sanitaria, tranne alcune, tutte le altre campano con i contributi del Comune e di altri enti pubblici. Alcune di queste sono iscritte nell’elenco delle organizzazioni di volontariato iscritte nell’elenco approvato con DDG n. 2647/S3 del 27/12/2011: Associazione Amici di San Patrignano (sezioni solidarietà sociale e socio-sanitaria), Associazione Caritas Parrocchiale Santa Maria degli Angeli (solidarietà sociale), Associazione familiari soggetti sindrome Praeder-Vill Sezione Sicilia (solidarietà sociale), Associazione La Solidarietà onlus (solidarietà sociale) e sezione comunale dell’Associazione volontari italiani del sangue (socio-sanitaria). Ci sono altre associazioni di volontariato a Troina che operano nel campo dell’animazione socio-culturale ed educativo, della promozione dei diritti civili e della persona e della tutela ambientale e degli animali, che però non sono iscritte nel registro generale regionale. Essere iscritte a questo registro regionale non è una cosa di poco conto: è un requisito necessario per poter accedere ai contributi che Stato, Regione, Province, Comuni ed altri enti pubblici possono concedere alle associazioni di volontariato. Niente iscrizione al registro regionale, niente contributi pubblici. Per le associazioni di volontariato non iscritte a questo registro, neppure le agevolazioni fiscali previste dalla legge nazionale 266 del 1991 e dalla legge regionale 22 del 1994 per le associazioni iscritte. Hanno un altro vantaggio per le associazioni di volontariato iscritte nel registro regionale: possono stipulare convenzioni con lo Stato, la Regione, il Comune ed altri enti pubblici per lo svolgimento di servizi che non abbiano carattere sostitutivo di quelli di competenza degli stessi enti pubblici. Tra le altre cose, le convenzioni, che sono di competenza del Consiglio comunale, devono prevedere la regolamentazione dei rapporti finanziari tra il Comune e le organizzazioni di volontariato (ad esempio, copertura assicurativa dal rischio di infortuni di origine non dolosa a favore del personale volontario o dipendente o da questi procurati a terzi durante l’espletamento delle attività oggetto delle convenzioni). Nella costruzione di un nuovo welfare, quello che i sociologi chiamano welfare community, le associazioni di volontario possono giocare un ruolo di primo piano, se non si acconciano ad essere delle semplici partecipate del Comune. L’ambito della società troinese nel quale si avverte di più l’esigenza di un nuove welfare è quello dei disabili e degli anziani. Spesso un anziano ultraottantenne è anche una persona non autosufficiente. La famiglie sono lasciate sole nell’assistenza e cura di anziani e disabili. Ad occuparsi della cura del disabile più giovane e dell’anziano non autosufficiente sono le mogli, le figlie, le nuore e, quando le famiglie se lo possono permettere, le badanti rumene. Le famiglie non chiedono soldi, ma collaborazione. E’ modesto, per non dire del tutto inesistente, l’aiuto offerto alle famiglie dal volontario. Ma è su questo terreno sul quale è chiamato ad intervenite il volontariato per costruire un nuovo welfare, che deve fare a meno delle risorse pubbliche sempre più scarse. Missione difficile, ma non impossibile.

Silvano Privitera