Nella giornata dell’8 marzo le proposte delle donne siciliane a Monti

La Giornata dell’8 Marzo è celebrata all’insegna delle preoccupazioni che vivono le donne della Sicilia, in una nota indirizzata a Monti,da parte della Presidente del Centro Regionale per la prevenzione ed il controllo delle discriminazioni, Antonella Russo, scritta per il quotidiano ViviEnna e la rivista di ispirazione cristiana CNTN.

Non festa ma riflessione e proposta quella che merita la Giornata.

Ha superato oltre un secolo il cammino delle donne sul piano delle rivendicazioni sociali,della crescita politica, della parità civile e la ricca storia è documentata ampiamente sul web digitando la voce 8 marzo giornata della donna.

Un tragico evento nel mondo del lavoro ha voluto segnare una data che ricorda tutto il mondo, l’8 Marzo 1908.

Da quando Olympia De Gouges, alla fine del Settecento, è stata la prima a parlare dei diritti delle donne, separati da quelli degli uomini, non inglobabili in una generica umanità di pseudo-uguaglianza, sono stati fatti molti passi avanti.

La parità umana sul piano della dignità della persona, riaffermata dalla dottrina sociale della Chiesa, fissata in molte costituzioni nazionali, eppure è così difficile ad essere vissuta e concretizzata, nel secolo della modernità e nel primo decennio del terzo millennio.

Le donne siciliane dell’UDC partecipano alla campagna per le Pari Opportunità, nel nostro Paese, così faticosa da conquistare, ma così nobile sul piano delle naturali relazioni e dei compiti essenziali di “genere” e non solo per rivendicare specificità dell’essere donne, quanto per una sensibilità essenziale per una società di eguali, per città più umane, da costruire assieme uomo-donna, soprattutto nei momenti di difficoltà congiunturale.

Se poi una parte del paese come il Sud e la Sicilia, che ne è parte determinante, entra in una fase di recessione per gli effetti della crisi economica, che investe l’intero paese, (chiuse a Palermo in un anno circa mille attività, come denunciato dalla Assemblea unitaria della Cna, Confartigianto, Api Claai, Casaartigiani,crisi del trasporto pubblico e privato,ecc) allora gli squilibri sociali e territoriali si fanno più marcati ed il problema delle pari opportunità si trasferisce alle disparità, che emergono nelle difficoltà delle imprese, commerciali e industriali, nelle infrastrutture sociali, culturali, scolastiche.

La Giornata della donna diventa in Sicilia, in tale situazione, giornata dell’intera comunità a sottolineare urgenze ed a proporsi in termini di richieste e di volontà collaboratrici ad uscire dagli indici delle disparità, ad intervenire verso le aree dell’emarginazione e della povertà, a guardare i problemi della città e delle imprese, come problemi che interessano, con la stessa intensità, uomini e donne, tutta la comunità politica.

Una nota positiva ci giunge come donne, in questi giorni, dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, per dare più spazio politico alle donne.

Da parte nostra, come donne siciliane, ci prepariamo, oltre il tema delle quote rosa, ad impegnarci politicamente nel territorio e ad affrontare i temi delle risorse della nostra Sicilia e delle città in cui viviamo, degli strumenti da adottare per creare nuova occupazione femminile e giovanile, primo essenziale contributo contro la povertà di un crescente numero di famiglie e fondamento essenziale per dare attraverso il lavoro dignità alla persona umana.

Lo faremo, per iniziativa dell’UDC in un convegno-laboratorio di proposte di lavoro creativo, per singoli e per gruppi, in società cooperative, in collaborazione con le centrali cooperative e con le banche di credito cooperativo, in imprese sociali, seguendo le indicazioni che il prof. Zamagni ha proposto nel recente convegno organizzato dell’ufficio sociale della diocesi di Palermo.
Creare nuove imprese deve essere un traguardo comune, che parte dal basso, dalle professionalità esistenti, dalla tradizione, dalla storia economica e dalle capacità innovative, dimostrate anche in agricoltura, dai bisogni sociali e culturali, dalle esigenze dell’Isola amata dal turismo mediterraneo.

Ed in tale sede non mancheremo di analizzare il Piano di almeno 400 milioni, annunciato dal dirigente regionale della Formazione professionale Ludovico Albert e contenuto nel Piano di coesione, siglato a Roma dal rappresentante dell’esecutivo regionale e dal premier Mario Monti. Un primo segnale ai giovani della Sicilia dal Governo dei tecnici?

Ed intanto ci limitiamo, sotto lo stimolo della recente Giornata Internazionale della donna, a segnalare al presidente Monti, (al Governatore della Sicilia Lombardo) ed ai candidati sindaci delle
dei comuni siciliani, ove si voterà nei giorni 6 e 7 di maggio, alcune riflessioni e richieste, che come donne abbiamo elaborato per la scuola, la cultura, l’arte e la ricerca.

L’altissima disoccupazione femminile e la necessità di preparare professionalmente le donne ai lavori, che l’economia e la società futura richiederanno, ci porta a segnalare la drammatica situazione dei centri di formazione professionale, paralizzati da una quasi totale cassa integrazione e messa in mobilità dei suoi dipendenti.

Il dato è aggravato dalla denuncia dell’alta dispersione scolastica, di cui soffre il sistema delle scuole siciliane, un primato negativo in Italia e in Europa. Eppure, in nessuna altra regione come nella Sicilia esiste personale docente disoccupato, anche se preparato per piani di recupero scolastico di quanti sono costretti per la povertà delle famiglie a non frequentare i corsi tradizionali della mattina, mentre i piani di formazione professionale sono congelati e discontinui.
Qualcuno si domanda dove lavorano le ragazze uscite dai corsi di formazione, ma è cosa nota che a Palermo e provincia sono oltre 2400 i parrucchieri abusivi, che attendono le guardie di Finanza, invece che amministratori e legislatori, che provvedano a rendere più facile la loro regolarizzazione.

La poca attenzione della scuola pubblica e delle università meridionali alla preparazione al lavoro rende quanto mai urgente il rilancio delle iniziative di formazione professionale, che richiedono non solo il pagamento dei docenti, ma una cura particolare per adeguare strumenti didattici e per relazioni opportune di apprendimento parzialmente retribuito, con le aziende ed imprese.

Si aggiunga l’assenza di controlli e di vigilanza adeguata contro le devastazioni di complessi scolastici, dagli asili alle scuole elementari e superiori. Lasciano le Università giovani ricercatori e chiudono prestigiosi centri di ricerca.

Le donne chiedono, nella loro Giornata, al Governo Monti una attenzione particolare per le infrastrutture scolastiche dell’isola, un piano straordinario di manutenzione per le aule e gli edifici scolastici, l’apertura di corsi serali contro la dispersione scolastica e per la preparazione professionale al lavoro, l’accrescimento degli interventi per i giovani ricercatori universitari delle facoltà meridionali.
E guai in vista se il Governo dei tecnici, o le Amministrazioni locali considerassero le opere scolastiche, quelle della carità, del volontariato e del terziario sociale, quali settori da colpire fiscalmente per il patrimonio edilizio, che mettono a servizio delle comunità e così alla Kalsa di Palermo, in uno dei quartieri, noto spesso alla cronaca nera, chiude pure il Monastero della Pietà delle suore missionarie domenicane di San Sisto Vecchio in via Alloro, sempre a Palermo.

Il premio Nobel Renato Dulbecco, che ci ha lasciato recentemente e che ha dedicato la vita a sostegno della cultura, della ricerca, della professionalità, era uno studioso di origine meridionale e basta da solo a sfatare l’inettitudine degli uomini del Sud, a cancellare le nostre debolezze e inadeguatezze.

Ed un altro che è partito dal Sud è Rosario Amodeo. Ha lasciato adolescente Sambuca di Sicilia, la terra e di Giambecchina ed ora guida Engineering,la società che è la principale azienda italiana nel settore della informatica, con oltre sei mila dipendenti e poco meno di ottocento milioni di fatturato.

Ecco perchè chiediamo di offrire opportunità ai giovani ricercatori delle altre università della Sicilia, con i loro brevetti e progetti, per un futuro di creatività, di competitività alle industrie ed alle aziende meridionali.

L’Italia, che ha fondato i suoi successi sulle attività di trasformazione, mostra e denuncia la sua caduta nel settore dei brevetti e dell’inventività per la passata disattenzione alla ricerca ed alla valorizzazione dei brevetti e delle ricerche dei suoi talenti. Nè mancano esempi di intraprendenza.

Un fotografo solitario, Enzo Sellerio, con una macchina fotografica ed un talento sollecitato dalle condizioni umane dell’Isola, ha creato a Palermo, con la piena collaborazione della moglie, una grande impresa culturale per le arti, gli scrittori, la cultura in genere, ma al saluto della città, nei giorni della sua dipartita, non c’era un candidato sindaco presente.

Il Governo dei tecnici non può non invertire tale delittuosa tendenza a trascurare nel Sud le scuole, le Università, i centri di ricerca, le risorse umane delle donne e dei giovani disoccupati.

Il Vescovo di Agrigento, nei giorni scorsi, ha invitato gli amministratori a spendere meno per le feste rionali e di più per il sistema scolastico e professionale, pubblico e privato.

Il nostro impegno per città più umane e più attente alle speranze dei loro abitanti parte da queste considerazioni, che già in altri tempi hanno creato speranze politico-amministrative insperate.

Per il recupero della cittadinanza dalle eguali opportunità nei territori in cui ci è dato vivere e di una diffusa legalità, la lotta ai quartieri “ghetto”parte da una attenzione all’organizzazione urbanistica più umana delle città metropolitane Palermo, Messina, Catania.

Le città senza piste ciclabili, senza metropolitane, senza parchi custoditi efficacemente, senza piazze e centri storici vivibili, senza spazi verdi, attrezzati, senza oratori e campi sportivi diffusi ed accessibili, senza botteghe-scuola artigiane nei centri storici, senza musei visitabili a tutte le ore, senza teatri (il teatro Massimo di Palermo, che il mondo ci invidia, è aperto solo otto o nove volte al mese, mentre potrebbe produrre molto di più e valorizzare il suo organico), debbono trovare interlocutori e interlocutrici, disposti a spendersi per un vivere più umano e per un diffuso impegno culturale e artistico, ereditato sin dalla dominazione greca.

I contenitori per Mostre non sono sempre disponibili e appena lo sono, vedi che si popolano delle splendide opere delle cento artiste femminili, come a Palermo in corso Caltafimi nel Palazzo Albergo delle Povere o l’appena rientrata venere di Morgantina ad Aidone.

Le città mal governate sono destinate ad alimentare il sottobosco della inciviltà e della illegalità, l’abuso, la violenza, la droga e la prostituzione, i luoghi dei giochi di azzardo, e tutto ciò alimenta la criminalità locale ed importata.

Ecco perchè, per l’accoglienza degli immigrati non bastano le isole dell’emarginazione, dei quartieri dormitori, né i centri di raccolta e di accoglienza, sempre insufficienti ed affollati.

Chi deve trasmettere ai paesi di origine il culto della nostra terra non può maledire quest’isola e la sua organizzazione poco civile.

Ed i Centri di formazione professionale, che potrebbero contribuire alla integrazione linguistica e professionale degli immigrati, tengono il personale docente in cassa integrazione o in mobilità, mentre se per vivere intasano il traffico nei crocevia delle città, non interessa a nessuno.

La prima politica per le famiglie è offrire un tetto, una casa dignitosa in quartieri, dove facciano crescere i loro figli, senza essere adescati dal malaffare, ove trovino centri di educazione, spazi verdi per i bambini, campi sportivi e centri di ricreazione per i ragazzi.

Ma i progetti di edilizia cooperativistica attendono la revisione dei piani regolatori, le case popolari sono piene, mancano i servizi sociali.

Dalla Giornata dell’8 Marzo, speriamo che la “macchina” statale e quella delle donne e dei cittadini, sempre più responsabilizzati riparta a servizio del bene comune.

Antonella Russo
Presidente Centro Regionale per la prevenzione ed il contrasto delle discriminazioni



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