Per la festa delle donne a Troina ‘tiene banco’ le dimissione di un parroco (per motivi di salute)

Troina. La festa delle donne, qui in paese, quest’anno non è stato un evento commerciale con le cene di sole donne nei ristoranti e il regalo di mimose dei maschi alle mogli e fidanzate, una specie di ripetizione della festa di San Valentino. Sarà perchè siamo in recessione e la gente comincia a razionalizzare le spese tagliando quelle ritenute non necessarie. Ma non è stata nemmeno un’occasione per ricordare gli eventi storici da cui l’8 marzo trae origine: le lotte delle donne lavoratrici che all’inizio del ‘900 chiedevano il riconoscimento dei più elementari diritti sindacali. Ma neppure questo si è fatto. Per il momento, l’argomento che tiene banco è la vicenda delle dimissioni di un parroco per motivi di salute, ai quali i parrocchiani non credono, con l’inevitabile scia di polemiche e dell’immancabile lettera anonima dal contenuto irriferibile. Di questa vicenda delle dimissioni del parroco se ne parla ovunque: al bar, sui luoghi di lavoro, dal barbiere e naturalmente dai parrucchieri, nei circoli e persino nelle veglie funebri. Avrebbe potuto essere l’occasione, l’8 marzo di quest’anno, per parlare della condizione della donna oggi a Troina con le ragazze che, rispetto alle loro madri ed alle loro nonne, godono di più diritti e più libertà. Conquiste che rischiano di rimanere solo formali e che non possono essere ritenute irreversibili e definitive perché la crisi che sta vivendo il paese di Troina colpisce di più le donne che gli uomini. Ci sono in prevalenza giovani e donne tra quelli che sono senza lavoro perché sono stati licenziati o hanno rinunciato a cercarlo perché non ci credono più. Alle ragazze troinesi arrivano da più parti messaggi che basta aver un bel corpo per risolvere il problema del lavoro. Si inizia con il calendario per arrivare a fare la modella. Ma i guai delle donne cominciano quando sono identificate solo come corpo erotico per colpire l’immaginario maschile.

Silvano Privitera