Sicilia. Rifiuti: Lombardo, da sempre contro sistema termovalorizzatori

“Non c’e’ nessuna nuova “tegola” giudiziaria sul governo della Regione siciliana, che semmai le tegole, per opporsi all’affare dei termovalorizzatori, le ha lanciate, cancellando nei fatti quello che era l’affare del secolo nel ciclo dei rifiuti in Sicilia. Un affare stimato in sei miliardi di euro”.
Lo dice il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo.
“E’ stato proprio questo governo regionale – continua – a denunciare gli intrecci tra mafia, politica e mondo degli affari: lo ha fatto di fronte alla Commissione parlamentare Antimafia, di fronte alla Commissione Rifiuti e di fronte alla Procura della Repubblica di Palermo”.
E’ utile ricordare che le principali anomalie sull’affare dei termovalorizzatori sono emerse grazie al documento di 19 pagine che il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo e l’allora assessore all’Energia Piercarmelo Russo, oggi responsabile delle Infrastrutture per il governo regionale, hanno redatto il 22 settembre 2010. Quel documento, acquisito dalla commissione d’indagine sui rifiuti e dalla Procura della Repubblica di Palermo, ha segnalato tutte le irregolarita’ di quel sistema.
Come dimostra il testo della relazione conclusiva dei lavori della Commissione parlamentare rifiuti che afferma: “In questo senso certamente meritoria e’ stata la scelta del governo attuale della Regione siciliana di presentare presso gli uffici della procura della Repubblica di Palermo un dossier nel quale sono stati evidenziati gli elementi di distorsione della procedura per l’aggiudicazione della gara concernente i termovalorizzatori sia sotto il profilo prettamente amministrativo che sotto il profilo delle possibili infiltrazioni della criminalita’ organizzata (con conseguente nullita’ delle convenzioni stipulate dal commissario delegato). La summenzionata denuncia ha consentito l’apertura dell’indagine presso la procura di Palermo, ove, fino a quel momento, non era stata aperto alcun procedimento penale in merito a questa vicenda. Si tratta di una circostanza, questa, che non deve meravigliare, non potendo l’autorita’ giudiziaria avviare indagini meramente esplorative e in a ssenza di una notizia di reato”.
In relazione al presunto coinvolgimento dell’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao, nella vicenda relativa alla societa’ “Pea”, la presidenza della Regione siciliana precisa che, rispetto a quanto riportato dagli organi di stampa, si tratta di tutti incarichi e compensi attinenti esclusivamente a una sua pregressa attivita’ professionale, anteriori in ogni caso a ogni sua attivita’ in seno al governo regionale. Armao, inoltre non e’ mai stato assessore con delega all’Energia.