Anniversario fondazione. Villarosa indossa il vestito buono

Oggi Villarosa indossa il vestito buono, per festeggiare l’anniversario del 250° della sua fondazione. Una festa organizzata dall’Amministrazione comunale, presieduta dal sindaco Gabriele Zaffora, con il patrocinio del Provincia Regionale, e in collaborazione con La Pro Loco e la Banda-Ass. Filarmonica Città di Villarosa. “Obiettivo principale di queste celebrazioni che dureranno tutto l’anno –dichiara Zaffora- deve essere quello di rafforzare i sentimenti civici più sani che contribuiscono alla crescita e allo sviluppo di una comunità inclusiva e solidale”. Dunque, duecentocinquanta candeline. Un numero di anni alcuni dei quali vissuti in prosperità e crescita e tanti altri in difficoltà. Luci e ombre di un un paese che in tutto l’800 ha visto un incremento demografico man mano che diveniva centro minerario, ma che neanche con questa attività ottenne un miglioramento nelle condizioni socio-economiche del popolo. Nel dopoguerra, verso gli anni ‘50, crollate tante illusioni, ebbe inizio quel movimento emigratorio verso le città industriali del nord-Italia e verso la Francia, la Germania, il Belgio dove i minatori andarono a lavorare nelle miniere di carbone. Partivano prima soltanto gli uomini e successivamente le famiglie, sicché incominciò uno spopolamento del paese, uno stillicidio, una diaspora che neanche gli ebrei hanno avuto. Secondo il V° Rapporto italiani nel mondo, presentato dalla ‘Fondazione Migrantes’, Villarosa figura nella graduatoria tra i primi comuni della Sicilia per numero di emigranti ed è l’unico comune dove la popolazione emigrata supera quella residente. Sono 6218 gli iscritti all’Aire (Anagrafe italiani residenti all’estero), il 115,2%, e solo 5398 la popolazione residente. Negli anni ’60 Villarosa cercò di non rassegnarsi allo spopolamento e lottò per la costruzione della diga Morello chiedendo nello stesso tempo anche la costruzione di industrie per la lavorazione dei sali potassici estratti dalle miniere di Corvillo a pochi chilometri da Villapriolo, di Pasquasia e di Mandre presso Nicosia. Speranza di industrializzazione che fu presto disattesa dalla classe politica regionale con la promessa però di realizzare lo sviluppo industriale della zona (si sarebbe dovuto concretizzare intorno al 1973/75) con due attività produttive oltre alla Plastionica (l’unica realizzata) che avrebbero assorbito 462 posti di lavoro, più il personale tecnico e amministrativo: la Carpenteria meccanica con circa 150 posti di lavoro e la Geco-Elettro, per la produzione di elettrodomestici con una occupazione operaia di circa 250 unità. Oggi invece Villarosa cerca di non soccompere al momento di crisi che stiamo attraversando guardando al futuro.

Giacomo Lisacchi