Piazza Armerina. All’ITCG l’incontro di Piera Aiello con gli studenti

Piazza Armerina. Lo scorso fine settimana presso l’ Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “ Leonardo Da Vinci” di Piazza Armerina si è tenuto l’incontro-dibattito tra la testimone di giustizia Piera Aiello e gli alunni della scuola nell’ambito del progetto “La cultura della legalità, le parole della legalità” promosso dalla Prefettura in collaborazione con l’Ufficio scolastico provinciale di Enna.
L’incontro incoraggiato dalla dirigente scolastica dott. Lucia Giunta, è avvenuto alla presenza della dott. Giuseppina Sorce, dirigente dell’Ufficio Studi e Programmazione del Provveditorato Scolastico di Enna, l’assessore comunale Lina Grillo, il dott. Gabriele Presti, dirigente del commissariato della Polizia di Stato di Piazza Armerina, e del maresciallo Silvio Blandino, comandante della Stazione Carabinieri di Piazza Armerina.
“Testimoniare non è da eroi, è un dovere da cittadini onesti. Rifarei le stesse scelte. Non ho fatto nulla di eccezionale, credo di aver fatto semplicemente il mio dovere di cittadina ” ha detto Piera Aiello, davanti ad una platea affollata di giovani. Piera Aiello da 21 anni testimone di giustizia è stata una delle prime donne a parlare con i magistrati della potente mafia del trapanese, e a Piazza Armerina a viso aperto ha raccontato ai giovani la sua esperienza.
La Aiello sposa nel 1985 Nicola Atria, figlio del boss mafioso Vito Atria. Nove giorni dopo il matrimonio viene ucciso il suocero. Il 24 giugno 1991, nel ristorante della famiglia e in presenza di Piera viene ucciso il marito. Anche a seguito di questi eventi Piera decide di divenire testimone di giustizia iniziando a collaborare, insieme alla cognata Rita Atria con il giudice Paolo Borsellino. Dopo l’attentato a Borsellino, Rita Atria, la più giovane testimone di giustizia della storia, morirà suicida. Dal 25 luglio 2008 Piera Aiello è stata presidente, sino al giugno dello scorso anno, dell’associazione antimafie “Rita Atria” nata a Milazzo nel 1994 dall’iniziativa di due studentesse Nadia Furnari e Santina Latella.
“Mi sono sempre ribellata alla mafia, fin da subito. E’ un comportamento mafioso anche girarsi dall’altra parte di fronte a qualcuno che ha bisogno, pretendere cose che non ci siamo meritati –ha detto Piera Aiello– Da 21 anni sono inserita in un programma di protezione e non posso più tornare nella mia casa natale, sono costretta a cambiare continuamente residenza e identità ma è una scelta che rifarei perché il profumo della libertà è unico e il sapore del pane guadagnato onestamente è dolcissimo”.
Piera, impegnata da anni, nella difesa del testimone, ha, inoltre, spiegato ai giovani la differenza tra testimoni di giustizia e collaboratori: “Un testimone di giustizia è colui che viene a conoscenza di fatti criminali e li denuncia, ma non si è macchiato di alcun delitto. Il sistema di protezione dei testimoni di giustizia, è diverso da quello dei collaboratori, troppo spesso, purtroppo, lo Stato ci abbandona ad un triste destino, fatto di vera e propria fame e di un futuro che, essendo privati per anni di un’identità e di una vita normale, non c’è. Per questo oggi, insieme ad un gruppo di testimoni, portiamo avanti la nostra battaglia, affinché vengano applicate le leggi in materia e si riformi questo meccanismo che è ingiusto”.
“Ringrazio Piera Aiello per la lezione di vita che abbiamo ascoltato, i nostri giovani devono imparare a guardare oltre la paura e a combattere le mafie con la cultura della legalità” ha detto la dirigente Lucia Giunta a margine dell’incontro. Il progetto, coordinato dalla prof. Maria Concetta Marotta ha coinvolto in particolare i ragazzi della classe III A Programmatori, è stata l’alunna Marika Cianciolo a contattare telematicamente Piera Aiello: “Quando ho appreso la storia di Piera, colpita dal suo coraggio, ho cercato di contattarla, sono stata fortemente emozionata nel ricevere la sua risposta grazie alla quale oggi è qui”.
“Ci sono voluti tempi lunghi per la mia presenza qui – ha detto Piera- ho spiegato anche a Marika che non sarebbe stato semplice ma i giovani sono il nostro presente, io sono un personaggio pubblico non mediatico, che li incontra per spronarli a continuare a credere nella legalità e nella lotta alle mafie”.

Marta Furnari