Piazza Armerina. Quaranta portatori per San Filippo: tra fede, folklore e antiche tradizioni

Piazza Armerina. “Per noi del Casalotto quest’anno la festa di San Filippo si è svolta all’insegna della riscoperta delle antiche tradizioni e delle nostre origini” così i giovani portatori del fercolo di San Filippo, la cui festa si è svolta la scorsa domenica, spiegano con grande entusiasmo.
Quaranta in tutto i giovani portatori che hanno portato in processione il pesante fercolo per tutto il giorno percorrendo le vie della città: “Per qualcuno –dice Roberto Marino- potrebbe apparire una follia portare da mattina fino a tarda sera un fercolo così pesante in processione per tutta la città, ma non è così. Noi lo facciamo non solo per fede ma anche per mantenere vive le nostre tradizioni e le origini familiari, che ci legano a questo santo, a questa festa”.

“Molti di noi –dice Lillo Larganà- non possiedono più aziende agricole, terreni da coltivare, parecchi sono studenti, commercianti, musicisti, facciamo i mestieri più vari, ma affondiamo le nostre radici in una storia comune. I nostri bisnonni, “i massari” si tramandavano di padre in figlio attraverso un atto notarile la cosiddetta “spalla” numerata per poter conservare il privilegio di venerare San Filippo protettore degli agricoltori “U Masser” per eccellenza”.
“Ho fatto il portatore per vent’anni, –dice Calogero Trebastoni- oggi sono uno dei coordinatori, è una festa fatta di sacrificio, ci sono strade in cui far procedere il fercolo è davvero rischioso, ma alla fine quando la notte riportiamo il santo in chiesa tra il tripudio dei quartieranti questo ci ripaga della stanchezza dell’intera giornata”.
Da alcuni anni hanno voluto dare il loro contributo alla festa anche i fratelli Angelo e Marco Romano:”Siamo tornati a fare i portatori per onorare la memoria di nostro zio padre Paolo Romano, che per quasi trent’anni fu parroco della chiesa di San Filippo. Noi siamo uomini di spettacolo, facciamo i musicisti, ma amiamo il quartiere Casalotto dove siamo nati e cresciuti e dove ritorniamo volentieri”.
A quanto sembra dall’entusiasmo giovanile è partita anche l’idea di riunirsi in un associazione che potrebbe chiamarsi “I portatori di San Filippo”. L’associazione contribuirà all’organizzazione dei festeggiamenti, avviando un lavoro di ricerca sulle origini e sulle tradizioni della festa, e creando anche una mostra permanente con l’esposizione dei costumi di angeli, guerrieri e contadini utilizzati durante il corteo religioso, e le foto storiche che ritraggono la vita del quartiere non solo durante la festa dedicata al suo patrono ma anche nella vita di tutti i giorni.

Marta Furnari