Calascibetta. Giovanna Di Bella ha compiuto 100 anni

Calascibetta. Ci sono giorni in cui riesce a raccontare le storie di un tempo, giorni in cui guarda, sorride e i suoi occhi vorrebbero dire molte cose. Ne ha viste tante Giovanna Di Bella, classe 1912 originaria di Calascibetta, che ieri, 4 giugno, ha compiuto un secolo di vita, festeggiata nella sua casa da parenti e amici. Cento anni durante i quali non sono mancati i tristi ricordi. Nel cuore della signora Giovanna sono certamente legati gli anni bui della prima guerra mondiale, durante i quali morì il padre che la nonnina non ebbe modo di conoscere. Otto anni fa, invece, il dolore per la perdita del marito. Ma quando le chiediamo cosa ritiene sia stato più importante nell’arco dei suoi cento anni, ci risponde con una espressione molto bella: “Aver avuto la salute”. Figlia di Santo Di Bella e Carmela Bruno, si sposa a soli 24 anni con il cantoniere Francesco Carroccio. Un matrimonio felice dal quale sono nati cinque figli, due maschi e tre femmine: Mario, Assuntina, Santo, Carmelina e Rita. Cinque figli che hanno avuto la fortuna di non emigrare, di rimanere vicini alla loro mamma, assistita quotidianamente in questi ultimi anni anche dalla signora Gabriella. A casa della centenaria è stata festa grande. Presenti i figli, le nuore, i generi, i nipoti (tredici) e i pronipoti (dieci). Uno dei nipoti, Francesco Carroccio, ci spiega: “Ricordo ancora oggi quando nonna Giovanna riusciva a preparare dei piatti semplici ma molto appetitosi”. E nel giorno della festa il ricordo del nipote è andato anche al nonno, morto nel 2004. “Anche nonno Francesco- ha detto- era un punto di riferimento per i nipoti. Oggi sia internet che facebook tolgono molto tempo alla famiglia, allora era bello stare anche con i nonni, ascoltare i loro consigli”. A festeggiare la signora Giovanna anche il sindaco, Piero Capizzi, che le ha portato una targa. Auguri rinnovati, inoltre, dall’assessore comunale alle Politiche sociali, Maria Grazia Macaluso, e da quello al Bilancio, Maria Piera Buscemi, che le hanno donato un bel mazzo di fiori.

Francesco Librizzi