Piazza Armerina. Prof. Masuzzo relaziona su ritrovamento di un’antica epigrafe

Stasera, in occasione della festività dei Santi Pietro e Paolo, nella parrocchia San Pietro di Piazza Armerina alla fine delle celebrazioni liturgiche, a partire dalle 19.30 il prof. Gaetano Masuzzo terrà una interessante conferenza durante la quale relazionerà sul ritrovamento e sul significato di una antica epigrafe, risalente al ‘600, scolpita su pietra.
L’antica epigrafe rappresenta una parte degli studi storici sulla città di Piazza Armerina condotti, in modo completamente autonomo e da autodidatta da Gaetano Masuzzo, cultore dell’antico.
La serata tratterà il tema «L’Epigrafe dal convento di San Pietro 1618 – Al collegio dei Gesuiti 2012» sarà il prof. Masuzzo a illustrare l’excursus storico.
L’esposizione degli studi sarà, inoltre, intervallata da alcuni brani eseguiti dai soprani, Maria Concetta Rausa e Lara Tigano che saranno accompagnati dall’organo suonato dal maestro Angelo Gallotta.
«Si tratta – spiega il prof. Gaetano Masuzzo – di una lapide su cui è scolpita una epigrafe, il compendio di una bolla del pontefice Papa Paolo V ai frati minori riformati e, che, attualmente si trova nella biblioteca comunale intitolata ai fratelli Alceste e Remigio Roccella. L’epigrafe, in latino, è murata nella cornice in pietra arenaria posta sulla porta dell’ex Sala del Coro del Collegio dei Gesuiti, in seguito anche Oratorio della Confraternita dei Nobili, e sormontata da quello che doveva essere lo stemma dell’Ordine dei Gesuiti, ormai completamente logoro».
«Interessante – spiega il prof. Masuzzo – sarà l’excursus che affronteremo, circa il tragitto percorso, per le alterne vicende del caso, nel corso dei secoli dalla lapide originariamente collocata presso il convento dei frati minori riformati attiguo alla chiesa di San Pietro fino alla attuale sede della biblioteca comunale, all’interno del collegio dei Gesuiti».
Masuzzo parla, poi, dei suoi studi: «Diverse volte ero stato attratto da quella scritta, ma per tanti motivi avevo sempre rinunciato a occuparmene. Sino a quando la tecnologia, la curiosità e la passione per la storia del mio paese, sono venute a contatto con due persone veramente speciali».
«Sono stati – ha proseguito lo storico – Carmela La Bruna, docente di latino e greco presso il liceo classico “Mario Cutelli” di Catania e il prof. Antonello Capodicasa, docente di geografia presso l’istituto tecnico nautico di Pozzallo ad aiutarmi nella corretta traduzione dell’epigrafe».
«Per facilitare il loro arduo compito – prosegue Masuzzo – ho inviato ai due docenti dei testi relativi alla storia dei monasteri piazzesi, in modo particolare francescani, dai quali sono arrivati i volumi raccolti nella biblioteca, per chiarire il contesto in cui s’inseriva la Bolla Pontificia».
«In sintesi – ha concluso il prof. Gaetano Masuzzo – il senso della Bolla Pontificia era quello di vietare il saccheggio del patrimonio manoscritto e librario, la sottrazione e il prestito, di tutti i volumi, dalle biblioteche dei religiosi».
Marta Furnari