Piazza Armerina. La ricerca di un esperto di araldica sul blasone dei Trigona-Marchiafava

Piazza Armerina. Un appassionato di araldica lo xibetano Carmelo Gennuso ha recentemente condotto un suo personale studio sul blasone della nobile famiglia Trigona – Marchiafava.
Il signor Gennuso, minatore in pensione, da autodidatta da parecchi anni conduce ricerche private sui blasoni dei nobili casati della provincia di Enna, tanto da essere ormai un vero esperto del settore. “L’araldica insieme alla storia è una mia grande passione a cui dedico gran parte delle mie giornate” dice Gennuso che possiede, infatti, parecchi volumi sull’argomento e numerosissime riproduzioni di blasoni nella sua casa. L’ultima delle sue ricerche riguarda il blasone della famiglia Trigona – Marchiafava, Gennuso ci racconta: “Vedevo sempre l’antico blasone posto sulla sommità del palazzo Mazzara di Calascibetta, già palazzo Marchiafava, da qui l’idea di avviare un mio personale studio anche su questo blasone”. “Più di vent’anni fa –rivela Gennuso- partecipai ad un interessante convegno svoltosi a Piazza Armerina sull’archivio Trigona di Canicarao e su Piazza e la sua nobiltà tra il XVI e il XVIII secolo, i dati del convegno di studi pubblicati in seguito sono stati utili come base di partenza per analizzare dal punto di vista araldico il blasone di Calascibetta, che testimonia la presenza di un ramo dei Trigona di Piazza nel mio paese. Lo stemma reca nel primo partito il blasone dei Marchiafava, mentre nel secondo partito troviamo il blasone dei Trigona, il tutto accollato da un’aquila nera d’Aragona. Il trade union tra Piazza Armerina e Calascibetta è rappresentato dal matrimonio tra Francesco Trigona e la nobildonna Maria Rosalia Marchiafava, l’atto di matrimonio è datato 2 marzo 1691 , nello stesso periodo, allo stemma Marchiafava fu aggiunto lo stemma dei Trigona che si trova nella parte alta sopra il balcone centrale del palazzo di via Conte Ruggero a Calascibetta”.
Il ricercatore di araldica, che ha anche scritto un libro sui blasoni di Calascibetta, non ancora dato alle stampe, è appassionato in particolar modo della storia degli antichi casati nobiliari della città di Piazza Armerina e spesso conduce i suoi studi insieme alla figlia Maria Catena che grazie alla sua vena artistica ha riprodotto i disegni di tantissimi stemmi, tra cui quello dei Trigona-Marchiafava.
“Quando abbiamo saputo che il Palazzo Trigona che si trova in piazza Duomo a Piazza Armerina è stato riaperto al pubblico, divenendo sede del museo e degli uffici del Parco Archeologico Villa Romana del Casale, mia figlia ha deciso di riprodurre il blasone dipingendolo su coccio, ci farebbe piacere incontrare il direttore dell’ente parco, l’arch. Guido Meli, per poter donare quest’opera al Palazzo Trigona a ricordo di quel matrimonio che simbolicamente unisce le nostre due comunità”.

Marta Furnari