Nel dimenticatoio l’aeroporto internazionale tra Catenanuova e Centuripe finanziato dai cinesi

Sulla aeroporto internazionale che doveva sorgere tra Catenanuova e Centuripe è sceso un lungo silenzio preoccupante perchè si ha l’impressione che questo progetto bellissimo anche dal punto di vista architettonico non si realizzerà più, nonostante fosse stato ritenuto un aeroporto internazionale di importanza vitale per il commercio ed il turismo, come base per la Cina per arrivare nei paesi del Mediterraneo. Questo aeroporto internazionale avrebbe avuto avere piste di atterraggio lunghe cinque chilometri per consentire l’atterraggio di grossi aerei intercontinentali, sarebbe dovuto costare 300 milioni di euro, interamente finanziati da investitori cinesi, interessati a ottenere in cambio la gestione e a far atterrare in territorio tra Catenanuova e Centuripe, nel cuore del Mediterraneo, voli intercontinentali commerciali provenienti dalla Cina. Questo piano di realizzazione di un aeroporto cinese in provincia di Enna adesso è fermo, da tempo non sene parla più. Il progetto aeroportuale è stato elaborato all’interno della facoltà di Ingegneria ennese, oggi c’è silenzio totale, si parla che tutto è provocato dalla crisi politica ed economica della Regione. Si parla di una burocrazia che ha bloccato tutto. Di questo passo, sono però concordi tutti, presto i cinesi, abituati a realizzare i progetti senza vuoti temporali, rinunceranno. Tra l’altro alcuni referenti degli imprenditori asiatici in Italia già starebbero lavorando a progetti alternativi, il che significherebbe lasciare la Sicilia ed andare altrove, magari in Spagna o in Croazia. La prospettiva, dunque, sarebbe stata quella di creare l’aeroporto a pochi chilometri di distanza da Catania, dove già è in funzione un aeroporto civile; e a breve distanza dalla base aerea di Sigonella, gestita dalla Nato e poteva essere un’alternativa quando Catania e Sigonella sono condizionati dalla cenere dell’Etna. In questo progetto c’è anche da dire che importante è stato il ruolo recitato dal dottor Antonio La Spina, aidonese, direttore della sede del Commercio Estero a Pechino, che ha contattato la holding interessata alla realizzazione dell’aeroporto, gestendone sette in Cina. Questa vicinanza, lo scorso autunno, provocò una formale “richiesta di spiegazioni” del segretario di Stato americano Ilary Clinton, nel suo ultimo viaggio a Pechino, al Governo Cinese. Ma i timori non riguardavano solo la vicinanza in Sicilia delle due superpotenze, ma anche il ruolo che il crimine organizzato siciliano potesse svolgere in questo progetto. L’allarme fu dato dall’ex procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia, che ricordò come tutte le opere di una certa importanza economica suscitino sempre l’interesse di Cosa Nostra. I cinesi non erano interessati solo all’aeroporto di Catania, ma anche commercialmente ai porti di Catania e Siracusa.