UIL Enna: “politici fatevi carico dei precari”

Enna. “Vogliono abolire le Province, sopprimere i tribunali perchè il Governo ritiene anti economico la loro esistenza; attaccano anche i precari. Infatti è da più di 4 mesi circa che non si sente parlare di altro che di precariato, che la Regione Sicilia per motivi di bilancio non è in grado di assicurare i sussidi per i suoi circa 60 mila e più precari, che comprendono forestali, articolisti, Asu ed altri. Si potrà spendere circa un miliardo di euro rispetto ai 2,4 miliardi di euro previsti per la fine dell’anno”. Il portavoce della Uil, Santo Pane, ritiene che non servono più teorie, ma bisogna passare direttamente ai fatti investendo tecnici che siano in grado di risolvere definitivamente il problema, evitando che questo diventi oggetto di propaganda politica e di fantomatiche proposte che non trovano base su criteri razionali e concreti. Ad oggi non è stata avanzata alcuna proposta che abbia ad oggetto la stabilizzazione definitiva dei precari. “I futuri candidati alla Regione – dichiara Santo Pane – dimostrino interesse per la vicenda e che manifestino le loro idee e i loro progetti concreti per risolvere il problema del precariato definitivamente, in particolare quelli del territorio ennese visto che per altre province sono già state avanzate delle proposte in tal senso. Nonostante regni costantemente confusione e incertezza per il loro futuro, i precari continuano giorno dopo giorno a prestare il loro servizio presso gli enti a cui sono preposti senza avere nessuna garanzia per i prossimi mesi. È chiaro i rapporti a mio giudizio con il governo Monti non vanno bene, è come se una barriera ci divide da Roma in giù; il governo dovrebbe calarsi nelle problematiche sociali e nelle caratteristiche di ogni regione ed emanare norme ad hoc per ciascuna. Sicuramente i lavoratori non resteranno immobili nel vedersi buttare via chi da 15 anni chi più della loro vita senza ottenere la stabilizzazione definitiva, ma lotteranno dignitosamente per veder riconosciuto il loro diritto al lavoro”.