Catananuova. Ex amministratori e cittadini chiedono conto al sindaco sulle spese degli ultimi due anni

Catenanuova. Diverse e inascoltate le istanze prodotte da ex amministratori catenanuovesi verso il sindaco Biondi, la giunta e il commissario straordinario Onofrio Zaccone, per conoscere i criteri di spesa dei soldi pubblici, prefigurando un abuso di ruolo del sindaco, sfociato ieri in una lettera-denuncia protocollata e indirizzata al prefetto di Enna, Corte dei conti, sindaco, commissario, responsabili area finanziaria sede, a firma di Santo Lipari (ex presidente consiglio), Piero Scravaglieri (Pd), Pippo Cardaci (Udc e agrozootecnia regionale), Prospero Virzì (ex capogruppo maggioranza consiliare), Mimmo Zinna (coordinatore Pdl) Santo Zampino (Pdl).
I firmatari scrivono: «Il frequente abuso del sindaco nel ricorrere ad ordinanze per casi urgenti e contingenti, non tiene conto delle regole del diritto di operatori, artigiani, imprenditori, impedendo loro di concorrere ai bandi per regolari gare d’appalto, arrecando danno un erariale, poichè i costi rimangono incerti e non definiti fino alla conclusione dei lavori stessi. Le ordinanze contestate, partono da una richiesta dell’ex dirigente scolastico del “Fermi” al comune, assunta al prot. 6860 del 6 luglio 2012 per segnalare la necessità di lavori di ordinaria manutenzione da effettuare durante l’estate, a scuole chiuse. Due giorni dopo, 8 luglio, sopralluogo nel plesso da parte dell’amministrazione e ufficio tecnico, concordando già un piano d’intervento. Dal 10 luglio al 27 agosto nessun movimento, così il dirigente uscente e il subentrante, il 28 agosto, chiedono ed ottengono un nuovo incontro per ricordare all’amministrazione gl’impegni assunti. L’iter decolla, nuova richiesta il 1° settembre, il 3, nuovo sopralluogo tecnico, il 4 le ordinanze 38 e 39 del sindaco per una urgenza, in verità non ritenuta tale il 10 luglio, ma accordata il 4 settembre. Il potere del sindaco di emanare ordinanze, è regolata dall’art. 38 L142/90 recepita dalla L. R. 48/91, nei casi di pericolo danno imminente e in questa circostanza mancavano i presupposti, poichè, l’amministrazione conosceva già dall’8 luglio, le condizioni della scuola e programmare dall’indomani dal 9 luglio gli interventi. Oggi nell’ordinanza è stato valutato anche l’aspetto igienico-sanitario senza l’intervento dell’organo preposto cioè l’ufficiale sanitario. La giurisprudenza ritiene illegittimo l’uso di una ordinanza sindacale, quando un provvedimento riveste carattere ordinario e continuo, e l’ente comune ha da sempre l’obbligo della manutenzione nelle scuole con carattere di continuità».
Nella lettera denuncia, dai firmatari una domanda al sindaco: «Con le sue ordinanze, nel 2011, risultano spesi 315mila euro, che ricorrendo a gare o trattative avrebbero prodotto un ribasso del 10%, con un risparmio di 31mila e 500 euro, da poter utilizzare per abbassamento Imu accise ed altro».
Carmelo Di Marco