Enna. Operazione furti di rame: Pentecoste nega tutto

Non ci sta ad essere indicato come il basista della provincia di Enna nella ricerca di linee elettriche di campagna da spezzare via e portare il rame da vendere sotto banco, si è professato innocente e non fa parte dell’organizzazione criminale che è stata sgominata dai carabinieri del comando provinciale nell’operazione “Oro Rosso”. Il leonfortese Francesco Pentecoste, 31 anni, è uno dei due della provincia di Enna che viene indicato come complice del gruppo catanese dedito ai furti di rame. La banda, attrezzata come un gruppo militare, tra dicembre e febbraio, avrebbe rubato più di 10 chilometri di cavi con cui ricavare al mercato nero, oltre 150 mila euro. Degli undici arrestati, cinque hanno confessato di avere partecipato ai furti. Rispondendo all’interrogatorio di garanzia del gip Luisa Maria Bruno, Francesco Pentecoste, difeso dall’avvocato Gisella Marsiglione, ha respinto ogni addebito. Pentecoste tra l’altro, è accusato solo di un episodio nelle vicenda dei furti di rame ed avrebbe saputo fornire chiarimenti sulle telefonate registrate dagli investigatori. Pare che abbia dichiarato che le telefonate non erano finalizzate a commettere furti ma per questioni di lavoro. L’avvocato Gisella Marsiglione si è riservata di fare istanza al tribunale del Riesame di Caltanissetta per la liberazione del suo assistito. Intanto le indagini dei carabinieri continuano per cercare di individuare altri complici, ma anche la centrale operativa dove veniva depositato il rame rubato che poi veniva trasferito in alta Italia per finire all’estero pagato come oro rosso e molto ben remunerato.