Elezioni regionali tra polemiche e contrasti. Il PD “ufficiale” potrebbe non votare Crocetta

Enna. “Vuol dire che a questo punto voteremo Miccichè presidente”. A dichiararlo è stato ieri mattina un rappresentante del Partito Democratico ennese, forse perché la lista Crocetta, che presenta Campanile, Galvagno e Notatarigo, ha sorpreso tutti in quanto si diceva che i nomi dovevano essere altri e che l’incarico era stato dato al senatore Mirello Crisafulli. Certo ha sorpreso tutti la composizione della lista Crocetta, che sostanzialmente ha dato vita alla seconda anima del Partito Democratico ennese, e questo ovviamente ha irritato tutti perché la lista è competitiva e potrebbe creare qualche problema, ma abiurare il candidato presidente, sostenuto da tutto il PD siciliano, ci sembra troppo, significa continuare a sbagliare all’interno di una lotta fratricida. Sarà veramente dura, ci sarà battaglia aperta sino all’ultimo voto.
Tutti sorpresi per la presenza di 18 liste in un territorio come quello di Enna, che può contare su 70/75 mila elettori. Ci sono liste che sono sorte dal nulla, che non hanno alcuna possibilità di affermarsi perché non li conosce nessuno, non si sanno i programmi, chi appoggiano, l’importante che sono entrati nella mischia.
Raffaele Lombardo, ex presidente della Regione, si è indispettito per la presenza dell’ex assessore Giuseppe Abbate nelle file di “Gran Sud”, lui che era il rappresentante del MpA nella provincia di Palermo, e c’è nella lista Luisa Lantieri, ex presidente della Provincia, che sino a qualche mese fa, era segnalata nelle fila del Pid. In sostanza “Gran Sud” ha presentato una lista con tre nomi che non appartengono al partito, perché anche Salvatore Campione, sino a qualche mese fa, era dell’Udc, ed è stato candidato nelle scorse regionali nelle file dell’Udc con 1900 voti. Chi ha camminato tranquillo in questa ricerca di candidati sono stati l’Udc, che ha subito messo in campo i suoi tre candidati senza pause, anche se si era ventilata l’ipotesi della presenza di Angelo Ferrigno, poi smentita, e il PdL, che avendo Leanza deputato uscente, è riuscita a trovare gli altri due candidati, Lo Presti e Regalbuto, che hanno dei trascorsi interessanti. Ha vissuto momenti di tensioni il Partito dei Siciliani, ex MpA, che, pur avendo un uscente, Paolo Colianni, ha registrato il “mal di pancia” di Angelo Ferrigno, poi finito nella lista, di Franco Catania, che ha dimostrato con grande serietà di essere uomo di partito, e di Giovanni Russo che si è autosospeso, ma il partito a livello provinciale registra scarsa organizzazione. Il Fli ha rischiato grosso perché arrivato pochi minuti prima della chiusura, doveva essere una lista con MpA,invece sono stati abbandonati ed allora si sono sacrificati Dante Ferrari, sicuramente uomo di partito, e l’avvocato Sonia Gangi, che è stata candidata a sindaco di Aidone.