I fedeli di Catenanuova sul Monte Scalpello per salutare il vescovo di Caltagirone Mons. Calogero Peri

Catenanuova. A distanza di un anno e due mesi, una nuova visita sul monte Scalpello per il vescovo di Caltagirone Calogero Peri. Il 17 Luglio del 2011 era stato invitato dal comitato di monte Scalpello per benedire 75 carrubi piantati sul monte in ricordo di care persone scomparse. E’ stata anche quella l’occasione per la benedizione di un carrubo dedicato alla giovane Nuccia Garofano, unica donatrice d’organi di Catenanuova, cui è stata intitolata oggi 6 ottobre, la sala convegni del centro anziani di via Orazio Passalacqua. Una figura davvero carismatica, Mons. Peri, persona semplice e dall’enorme impatto umano, dimostrato in quell’occasione con il contatto diretto con i fedeli. L’eremo di Monte Scalpello è una bella realtà che si riempie di fedeli, che arrivano dalle città limitrofe, la prima domenica di maggio e quella di ottobre, per visitare i resti custoditi di alcuni frati e per la classica gita fuori porta e sebbene si trovi ad un passo da Catenanuova, il territorio appartiene ad Agira, Castel di Judica, ed a due diocesi diverse, Nicosia e Caltagirone. Con l’impegno congiunto dell’eterogeneo comitato, la struttura della chiesa in cima ed il tracciato impervio che parte dalla sottostante statale 192, sono rinati a nuova vita ed oggi la vetta è reggiungibile in macchina o a piedi in una sorta di pellegrinaggio ai “Corpora Sancta” percorrendo 7 km di tornanti impraticabili in caso di pioggia. L’invito ai fedeli arriva dal nuovo comitato formato dal parroco di Raddusa, padre Mannuca, da Antonino Agati, Giuseppe Catania, Antonio Caputa, Giuseppe Cardaci, Prospero D’Amico, Carmelo Fichera, Grazia Palazzo, Antonino Miritello, Giuseppe Oro, Vittorio Procaccianti, Antonino Russo, Antonino Virzì, che non nascondono le velleità di poter acquisire qualche contributo religioso o civile, per rendere veramente fruibile il sito. Nel programma, due messe, alle 9 ed alle 11, a seguire la processione e poi i fuochi d’artificio.

Carmelo Di Marco