È quanto emerso ieri mattina nel corso dell’incontro tra il primo presidente della Corte d’appello di Caltanissetta e la delegazione capeggiata dal sindaco Sergio Malfitano della quale facevano parte il presidente del Consiglio dell’ordine forense avvocato Filippo Mingrino e l’avvocato Giuseppe Agozzino, consigliere dell’Unione Fori siciliani.
“Sarebbe inutile e scorretto illudere i nicosiani – ha dichiarato al termine dell’incontro Malfitano – perché la verità è che il tribunale chiuderà e che non ci sono margini di speranza. Neanche la proroga è ipotizzabile e su questo il presidente della Corte d’appello Cardinale è stato chiaro”.
Il problema delle carenze strutturali del tribunale di Enna passa in secondo piano rispetto alle necessità di garantire il funzionamento della giustizia. “Per assurdo proprio la grande funzionalità del nostro tribunale – spiega Agozzino – è quella che determinerà la sua chiusura senza alcuna proroga. Il nostro tribunale ha l’organico completo, mentre a Enna ci sono seri problemi, tanto che già da mesi i giudici di Nicosia sono applicati nel capoluogo. L’accorpamento quindi verrà effettuato nel più breve tempo possibile per coprire gli organici a Enna. E’ l’amara verità e non ci sono allo stato spazi di alcun genere».
Il presidente Cardinale, come ha sottolineato Malfitano, con grande chiarezza ha spiegato che anche se i Comuni del circondario del tribunale di Nicosia chiedessero la proroga la Commissione di giustizia dovrebbe esprimere parere negativo considerata la situazione a Enna e considerato che l’accorpamento dovrebbe riportarla alla normalità. “Certo ci sono i ricorsi alla Corte costituzionale e la proposta di legge di iniziativa popolare – aggiunge Malfitano – e lo stesso presidente Cardinale li ha ricordati, ma il problema è che il pronunciamento sulla costituzionalità arriverà sicuramente troppo tardi perché è praticamente impossibile che arrivi prima della data di chiusura. Ho apprezzato la chiarezza con la quale ci è stata esposta la situazione e che sgombera il campo da qualunque fumosa illusione, talora qualcuno provasse a far credere che è ancora possibile salvare il tribunale. Purtroppo questa è stata la volontà politica e dobbiamo prendere atto che Nicosia è una città che per l’ennesima volta è stata presa a schiaffi e calpestata”.
I 12 mesi di mantenimento devono servire a smaltire i procedimenti aperti ed i processi in corso, ma chi oggi e tecnicamente fino al 13 settembre del 2013 iscrive una causa deve farlo presso il tribunale di Nicosia e non presso quello accorpante di Enna. In questo modo si aggiungeranno altri fascicoli che dovrebbero poi essere spostati in massa entro il 13 settembre 2013 con un rischio di ingolfamento non indifferente, perché le cause iscritte come tribunale procura di Nicosia nei prossimi mesi, dovrebbero poi essere riscritte con tutte le complesse procedure burocratiche di notifiche, come tribunale di Enna.
Lo scorso agosto dopo mesi di stillicidio, il Consiglio dei ministri ha varato la legge di riordino dei tribunali, promulgata il 13 settembre. La soppressione del tribunale era stata una “morte ampiamente annunciata”, dopo il colpo basso della Camera che il 3 agosto, azzerando il parere della Commissione Giustizia di Camera e Senato aveva cancellato Nicosia dalla proposta al Governo relativa ai “tribunali minori” da mantenere. Il tribunale chiude e ormai anche i tempi dello smantellamento di presidio giudiziario che ha garantito alla città una economia dinamica, sono certi.