In tre alla “sbarra” in un processo vecchio di 10 anni per truffa ad un anziano di Villarosa

Enna. La speranza di avere una vita più intensa ed allegra, confortato dall’amore di una donna, lo aveva spinto ad accettare le proposte che gli erano state fatte da una coppia di coniugi di Villarosa, Salvatore P. di 37 anni e sua moglie Graziella di 29 anni, ed il fratello minore Andrea di 26 anni. Un anziano di 80 anni, secondo la Procura era stato truffato proprio con la speranza di ottenere l’amore di una donna e le richieste a questo proposito erano state molte e continue da concedere alla promettente di fargli conoscere la donna qualcosa come 160 milioni delle vecchie lire. Della “bella”, invece, nessuna notizia e nessuna conoscenza. La vicenda si svolta più di dieci anni fa ed il processo forse si completerà il prossimo 13 dicembre quando i protagonisti di questa storia si troveranno in un’aula del tribunale ennese. Dieci anni sono veramente tanti, molti. A rallentare il processo sono state le assenze di vari testimoni dell’accusa, i cambi di giudici e infine la cosiddetta legge “blocca-processi”, che ha paralizzato il tribunale ennese per alcuni mesi. Salvatore P. è anche il principale imputato, è difeso dall’avvocato Mauro Lombardo, gli altri due sono difesi rispettivamente dagli avvocati Eleanna Parasiliti e Gabriele Cantaro. L’anziano G.S., si è costituito parte civile, con l’assistenza dell’avvocato Alessandro Faraci. I fatti risalgono al settembre 2001. Ad allungare i tempi sono state anche le condizioni di salute dell’anziano. Addirittura per far deporre l’anziano il tribunale si è spostato a casa sua, con un’udienza a domicilio, dato che si tratta di un cardiopatico, che ha avuto diversi infarti. Giudice, Pm e avvocati quando sono arrivati da lui, le sue condizioni non gli hanno consentito di deporre. Si è solo limitato a confermare la sua denuncia. L’avvocato Faraci ha ottenuto, pur con l’opposizione dei difensori, che il giudice acquisisse le denunce. Le indagini della polizia consentirono di identificare i tre truffatori. E’ stato l’allora Procuratore Salvatore Cardinale a disporre il rinvio a giudizio dei tre. Tutti e tre sono accusati di truffa, mentre Salvatore P. da solo è accusato anche di ricettazione di un assegno che, secondo la Procura, proveniva da una rapina in banca a Palermo, commessa il 27 novembre del 1997. L’imputato avrebbe promesso all’anziano di consegnargli l’assegno da diversi milioni di lire, cercando di farsi dare da lui ancora un altro milione e mezzo. L’episodio questo avvenuto tra marzo e il dicembre 2001. Resta da interrogare in aula un ultimo testimone dell’accusa poi la parola passerà al Pm per la sua requisitoria.