L’udienza si è svolta a porte chiuse e la donna ha confermato tutte le accuse già rivolte all’uomo nella sua denuncia-querela. Agli atti del dibattimento è stato posto anche l’esito delle indagini e degli accertamenti di pg delegati dalla Procura, poi fu il pm Paola D’Ambrosio a chiedere e ottenere il rinvio a giudizio, in quanto tramite violenze e minacce, avrebbe tentato di costringere la donna a compiere atti sessuali morbosi, sotto le ascelle o “nell’angolo che si forma quando le gambe vengono aperte”. Però non sarebbe riuscito a compiere queste depravazioni per la ferma opposizione della moglie, che avrebbe apostrofato insultandola pesantemente. Gli episodi sono avvenuti dove la coppia viveva, un pò in territorio ennese e un pò in provincia di Catania, tra l’agosto del 2007 e il gennaio dell’anno successivo, quando poi lei decise di denunciarlo e di chiudere una volta per tutte la relazione. L’ex moglie ha -anche-raccontato che lui l’avrebbe sottoposta a continui maltrattamenti fisici e psicologici, tali da rendere intollerabile la convivenza coniugale, in particolare pretendendo di fare sesso contro la sua volontà, minacciandola e offendendola ripetutamente e mostrando una gelosia morbosa.
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