Enna. I beni del presunto boss Seminara, valgono appena mezzo milione di euro
Enna-Cronaca - 29/11/2012
Valgono appena mezzo milione di euro i famosi beni “del presunto boss provinciale di Cosa Nostra Salvatore Seminara. A dichiararlo è la relazione dei periti nominati dal tribunale collegiale nell’ambito dell’iter per la confisca dei beni, che era stata attivata dalla Dda. I periti hanno quindi evidenziato che il patrimonio è decisamente inferiore ai 10 milioni quantificati inizialmente dai carabinieri e dalla Dia, ma dichiarano che permangono alcune sproporzioni tra i redditi dichiarati e il tenore di vita del presunto boss, sostenendo che immobili, allevamenti vari, ventimila euro in un conto corrente, in definitiva, sarebbero compatibili con i contributi ricevuti per la sua attività di imprenditore agricolo. I periti, dunque, danno ragione da una parte all’accusa perché non c’è rapporto fra i redditi e alcune spese, valutando i beni di Seminara quasi 100 mila euro in più rispetto a quanto dichiarato. Dall’esame di questi beni emerge che Seminara acquistò tutto a una cifra complessiva di 327 mila euro dal 1998 al 2009, mentre il valore complessivo si aggirerebbe intorno ai 450 mila euro. Ma confermano che c’è “proporzione fra le fonti di reddito e i versamenti bancari”, anzi si sostiene che Seminara guadagnava più di quanto versasse e che comunque erano tutte operazioni tracciabili, non ci sono operazioni per aggirare la legge antiriciclaggio. Il valore in più del patrimonio, secondo i periti, riguarda la compravendita di un terreno di 33 ettari, che sarebbe stato acquistato a meno di 100 mila euro ma che secondo il perito vale almeno 210 mila. L’avvocato di Seminara, il penalista Francesco Azzolina, si sta preparando a contestare questi dati il prossimo 19 dicembre, specificando che il reddito sarebbe stato calcolato prevalentemente sulla base delle presunte giornate lavorative da pagare, non tenendo conto dell’apporto lavorativo di Seminara e dei componenti della sua famiglia. Per la maggiore valutazione attribuita al fondo agricolo rispetto al prezzo di acquisto, per la difesa non sussiste perché è frutto di una valutazione astratta e che non tiene conto né delle caratteristiche specifiche del terreno né del valore di mercato di questi fondi nella zona in cui si trovano, fra Piazza Armerina e Mirabella Imbaccari in contrada Baronotto.