Enna. Respinto ricorso resta ai domiciliari Risita, ex direttore Consorzio Bonifica

Enna. Resta agli arresti domiciliari l’ex direttore del Consorzio di Bonifica, Antonio Risita, 69 anni, arrestato in giugno a seguito di un’indagine della Guardia di Finanza in quanto resosi responsabile di truffa, abuso di ufficio e peculato. Lo hanno deciso i giudici della Corte di Cassazione, ai quali era stato presentato ricorso sulla restrizione del direttore. I giudici sostanzialmente hanno confermato l’ordinanza emessa dal tribunale del Riesame, nonostante il procuratore generale della Cassazione si fosse espresso per l’annullamento, per alcuni profili legati alle testimonianze di operai e imprenditori, che per la difesa sarebbero state inutilizzabili per ragioni di forma. Il difensore di Risita, il penalista Nicola Martello, aveva ipotizzato anche altri profili di illegittimità, tra cui il fatto che l’ordinanza del Tribunale del Riesame presentava carenza di motivazioni e interpretazioni controverse di alcune norme. È stato il Tribunale del Riesame a concedere i domiciliari ad Antonio Risita, inizialmente incarcerato su ordine del Gip Luisa Maria Bruno. L’accusa ipotizzata da chi aveva svolto le indagini, su incarico del procuratore Calogero Ferrotti era di essersi fatto assegnare premi e compensi speciali, per svariate migliaia di euro, di aver utilizzato operai dell’ente per lavori a casa sua; e di aver portato a casa carte geologiche e progetti del Consorzio. Il primo dei due presunti casi di peculato (gli operai che avevano lavorato a casa sua) è caduto in occasione del Tribunale Riesame. Antonio Risita, nel corso dell’interrogatorio, aveva respinto ogni accusa ed anche l’altra indiziata, la segretaria del Consorzio Anna Paladino, ha rigettato l’unica accusa che le avevano contestato, vale a dire peculato, dimostrando con scontrini l’acquisto di alcuni condizionatori che l’accusa sostiene appartenessero al Consorzio, dopo un mese fu liberata, su richiesta del suo legale, il penalista Antonio Impellizzeri. Pare che l’indagine sul Consorzio si sarebbe allargata anche oltre l’attività dei due indagati; i finanzieri del nucleo di polizia tributaria, coordinati dal maggiore Michele Sciarretta, hanno esteso le loro investigazioni anche alle consulenze affidate fra il 2006 e il 2009 perché vogliono vederci chiaro sulle modalità in cui venivano selezionati i consulenti e su come venivano pagati, analizzando uno per uno pagamenti e uscite, verificando poi quanto effettivamente veniva pagato. Si tratterebbe di consulenze costose. Un altro filone di indagine poi riguarda i lavori dell’Acquedotto degli Erei, un appalto milionario che fu frazionato dalla Regione. I finanzieri stanno vagliando anche qui incarichi di consulenze e altre uscite, perché alcuni documenti non convincerebbero del tutto gli investigatori del nucleo di polizia tributaria.