Barrafranca omicidio Ferreri. A distanza di 7 anni a Procura di Enna riapre le indagini

La Procura di Enna ha deciso di riaprire le indagini sull’omicidio del piccolo Francesco Ferreri, ucciso il 16 dicembre del 2005 a colpi di chiave inglese e poi buttato in una piccola scarpata a qualche chilometro dalla diga Olivo. A distanza di 7 anni gli assassini non hanno un volto visto che i quattro arrestati sono stati assolti dopo qualche anno di detenzione. È stato il procuratore capo Calogero Ferretti a decidere la riapertura delle indagini, affidando l’incarico al sostituto Paola D’Ambrosio.
L’omicidio di Francesco Ferreri suscitò nell’opinione pubblica raccapriccio per la violenza e la crudeltà con cui fu ucciso il ragazzino. Tutta l’Italia si interessò alle sorti del piccolo Francesco, tutti desideravano che si scoprissero gli assassini, indagini accurate sul luogo del delitto furono eseguite dai carabinieri. Furono arrestate quattro persone, furono sentite le dichiarazioni di un ragazzino, compagno di Francesco, oggi ventenne, indagini particolari furono eseguite, ma alla fine il mostro che ha ucciso Francesco con inaudita violenza invece ancora non ha un volto. Gli ormai ex imputati sono stati tutti assolti definitivamente, soltanto un ragazzo di diciassette anni fu condannato. Intanto, per la famiglia Ferreri rimane la rabbia, il dolore perché l’assassino del piccolo Francesco rimane anonimo. Francesco, quel giorno fatidico, uscì di casa dicendo che assieme ad un compagnetto sarebbe andato a seguire una novena di Natale. Poi però uscì da casa solo, attorno alle sei del pomeriggio, lasciando giubbino e cellulare. Da quel momento non si ebbero più tracce sino a quando domenica mattina, fu trovato il corpo senza vita in una piccola discarica, accanto ad un vecchio elettrodomestico. I carabinieri della stazione di Barrafranca e del reparto operativo provinciale iniziarini immediatamente le indagini con la collaborazione degli esperti della Scientifica, si rinvenne l’arma del delitto, che fu gettata accanto a un abbeveratoio di contrada Sitica, a due passi dal luogo dove il bambino era stato ucciso. Qualche tempo dopo un amico di Francesco iniziò a parlare con gli investigatori, raccontando che in una stalla, alcuni adulti avrebbero commesso “cose maleducate” con i bambini, riprese da una macchina fotografica, foto poi vendute., riferendo anche che Francesco era stato ucciso per questo motivo. Nessun riscontro fu mai trovato tra il raccolto del ragazzo e gli imputati, che presentato degli alibi certi. Si dice che Barrafranca “sappia” chi è stato l’assassino, ma nessuno vuole parlare, preferendo l’omertà ed uccidendo per la seconda volta il piccolo Francesco Ferreri.