Pietraperzia. Restano ancora ignote le cause dell’omicidio del pastore

Pietraperzia. Un omicidio quello del pastore Vincenzo Di Calogero 41 anni, e del suo cane che ha la parvenza di un agguato mafioso, ma che è con molto probabilità di ricercare nel mondo dei pastori, nei contrasti che normalmente sorgono quando c’è da gestire un gregge e dei pascoli. Tra l’altro c’è da sottolineare che l’assassino e gli assassini conoscevano molto bene la zona dove è avvenuto l’agguato in contrada Cerumbelle, una zona impervia, difficile e gli stessi hanno dovuto percorrere circa 300 metri a piedi in mezzo ai campi, perché non ci sono altre alternative, la strada è una sola e molto disastrata, difficile appare la ricerca delle auto che sono transitate in quella zona, attraverso la forma dei pneumatici. Strano che nessuno abbia visto o sentito niente, i colpi di fucile sono stati quattro, qualcosa avrebbero potuto sentire, invece silenzio assoluto. Presso la caserma dei carabinieri di Pietraperzia per tutta la notte sono stati interrogati parenti ed amici, confinanti e conoscenti di Vincenzo Di Calogero. Circa trenta persone che hanno detto poco o niente di interessante, nessuna traccia concreta è venuta fuori da questi interrogatori, e neanche dal passato del pastore esce fuori qualche traccia che possa portare all’assassino o che possa portare a contatti con ambienti malavitosi. Lui stesso non temeva qualcosa, tanto che andava a pascolare il suo gregge solo con il cane e senza alcuna arma. Si continua ad indagare sulle frequentazioni personali, sulle amicizie della vittima, se ci sono stati o meno contrasti, su incidenti occasionali che abbiano potuto provocare anche una reazione inconsulta da parte di qualche persona che si è ritenuta offesa dall’atteggiamento del pastore pietrino. Una chiave di lettura veramente difficile, che sta mettendo a dura prova gli investigatori che stanno operando a tutto campo, non tralasciando niente che possa consentire il ritrovamento di qualche spunto. Si stanno controllando anche i tabulati telefonici, andando ad identificare tutti coloro che negli ultimi giorni hanno telefonato a Di Calogero e conoscere l’argomento delle telefonate, anche se Di Calogero non faceva molto uso del cellulare, si limitava solo a brevi telefonate per lo più con la famiglia. Oggi presso l’obitorio del cimitero di Enna ci sarà l’autopsia da parte del medico legale Cataldo Raffino, che è stato designato dal Sostituto Procuratore Francesco Rio, che sta coordinando le indagini di questo misterioso ed oscuro delitto.