Crisi: Cgil boccia idea Confindustria Sicilia di tavolo di regia

“L’idea di Confindustria Sicilia di costituire un ‘tavolo di di regia per lo sviluppo’, un’associazione delle parti sociali con tanto di registrazione dal notaio, è incomprensibile e fuorviante. Chiediamo piuttosto l’apertura di una discussione finalizzata alla costruzione di una piattaforma comune da sottoporre al governo regionale e non la riedizione di iniziative giàsperimentate (a Caltanissetta), rispetto alle quali la Cgil ha già manifestato indisponibilità “. Con una nota della segreteria regionale, la Cgil prende le distanze dalla proposta dell’associazione siciliana degli imprenditori, “che- dice la nota- come l’esperienza di Caltanissetta dimostra ha finalità di diverso genere che non l’esercizio della rappresentanza e la promozione delle idee in merito alle iniziative da prendere per la ripresa dell’economia e dell’occupazione”. Critica la Cgil anche per quello che definisce “la piega irrituale che hanno preso le relazioni sindacali”. “Dopo i nostri allarmi sullo stato dell’economia- dice la nota- ci saremmo aspettati una convocazione immediata del presidente della regione. Per quanto riguarda le parti sociali- aggiunge la segreteria regionale- la ripresa invece del dialogo sui contenuti, fermatosi allo scorso 1 marzo e non una fuga in avanti di una delle organizzazioni con una proposta metodologica che consideriamo inaccettabile”. “Detto questo- continua la nota- riteniamo che il luogo principe del confronto fra le parti debba essere la Regione e il nostro auspicio è che non ci siano derive di altro tipo”. Per il resto la Cgil torna a rilevare come ha fatto qualche giorno fa in una conferenza stampa, che “ la rivoluzione di Crocetta è con evidenza stata rinviata per via della campagna elettorale. Detto questo- prosegue la nota- ribadiamo la nostra disponibilità al confronto sulle singole questioni, perché la situazione siciliana è drammatica. Riteniamo tuttavia che questi errori metodologici – da parte di Confindustria da un lato e del Presidente della regione dall’altro che avvia il dialogo sociale nella sede di una singola organizzazione benchè in un giorno particolare (il giorno delle minacce al presidente dell’Ance e a Crocetta stesso)- non giovino alla causa della Sicilia e dei siciliani”.