Enna 65 denunciati per truffa aggravata ai danni di compagnie assicurative, quasi tutti di Barrafranca

La procura di Enna potrebbe notificare nei prossimi giorni gli avvisi di citazione a giudizio per i 65 denunciati per truffa aggravata ai danni di compagnie assicurative, quasi tutti barresi. Il decreto di citazione dispone il processo senza il passaggio dell’udienza preliminare. Dopo il deposito dell’avviso di conclusione delle indagini, alcuni difensori, tra i quali l’avvocato Gaetano Giunta che assiste una quindicina di indagati, avevano chiesto l’interrogatorio, prerogativa che può essere esercitata entro 20 giorni dalla fine delle indagini. L’avvocato Giunta ha però successivamente comunicato di rinunciare all’interrogatorio. L’inchiesta che ha portato a 65 persone denunciate a piede libero, risale a circa un anno fa ed avrebbe fatto luce su una maxi truffa che, secondo le accuse, sarebbe andata avanti per alcuni anni e che avrebbe avuto come conseguenza, quella di far raddoppiare un anno dopo l’altro i premi delle polizze “Rc auto” e di portare alla chiusura del 25% delle agenzie di assicurazioni in provincia di Enna. Un’inchiesta che ha suscitato scalpore perché tra gli accusati di avere favorito l’imbroglio ci sono anche avvocati e faccendieri che organizzavano falsi incidenti con documentazione comprensiva di certificati medici, preventivi di danni ai mezzi, e sempre secondo le ipotesi degli inquirenti, anche testimoni falsi. Ad alcuni dei denunciati è contestata l’aggravante di avere indotto ragazzi ancora minorenni a rendere false dichiarazioni e quindi a concorrere alla truffa. La Squadra mobile di Enna ha battezzato l’operazione “Postumio”, ispirandosi all’armatore dell’antica Roma che simulava l’affondamento delle sue navi cariche di merci pregiate per riscuotere i premi assicurativi e considerato l’inventore delle truffe alle assicurazioni. Il raggiro ai danni delle assicurazioni avrebbe un ammontare complessivo di oltre 200 mila euro. Secondo le accuse ad avere un ruolo chiave sarebbero stati avvocati e medici, i primi perché avrebbero gestito la documentazione e presumibilmente messo a disposizione anche i falsi testimoni, i secondi per il rilascio di certificati attestanti danni fisici inesistenti. L’inchiesta era partita dalle denunce presentate dalle compagnie di assicurazione che avevano notato l’anomalia di molte pratiche, dove risultava che a causare l’incidente era un mezzo agricolo. I trattori e mezzi agricoli non sono soggetti al sistema “bonus – malus” che determina l’aumento del premio per chi provoca incidenti. I denunciati si sarebbero scambiati i ruoli: in alcuni falsi incidenti risultavano vittime, in altri invece erano i responsabili.