Truffa alla banca Antonveneta di Nicosia: diventano definitive le condanne

Nicosia. Diventano definitive le condanne inflitte in secondo grado agli imputati per la maxi truffa ai danni della banca Antonveneta, compiuta attraverso l’agenzia di Nicosia. La Corte di Cassazione ha respinto i ricorsi presentati dalle difese e in questo modo non è entrata nel merito di uno dei principali motivi dell’impugnazione che riguardava la prescrizione dei principali capi di imputazione. Passano quindi in giudicato le condanne inflitte nel 2010 dalla Corte d’appello di Caltanissetta che aveva ridotto al di sotto dei 3 anni le condanne inflitte in primo grado per l’ex direttore dell’agenzia Alessandro Campanile di Enna e per l’ex vicedirettore Pietro Ferrigno; la corte aveva ridotto anche le condanne agli altri imputati Paolo Cancaro, ex cassiere dell’agenzia di Nicosia, e per Michele Berna Nasca, Alberto Cascino, Ettore Forno, Guglielmo La Delfa, Filippo Lorillo, Angelo Mangione, Giorlando Mangione, Francesco Petringa e Mario Scaffidi che sono gli imprenditori ed i presunti procacciatori di Cerami, Leonforte e Nicosia.
Questi ultimi in primo grado erano stati condannati a pene tra i 18 ed i 12 mesi, che in appello sono state tutte diminuite. Per tutti la Corte aveva applicato l’indulto. Non tutti gli imputati erano ricorsi in Cassazione e quindi per alcuni di loro le condanne sono passate in giudicato oltre 2 anni fa, ma i difensori degli ex funzionari di banca e do alcuni imprenditori erano ricorsi in Cassazione chiedendo l’annullamento delle condanne perché la Corte di secondo grado non aveva riconosciuto la prescrizione di alcuni fatti contestati.
La vicenda è legata ad un’inchiesta condotta dalla tenenza della Guardia di finanza di Nicosia sulla presunta truffa da circa 900 mila euro ai danni della banca Antonventa perpetrata all’agenzia di Nicosia tramite i finanziamenti al consumo, che venivano concessi a soggetti privi di qualunque garanzia, sulla base di false buste paga che venivano fornite dagli imprenditori.
In primo grado finirono sotto processo 95 imputati, ma il tribunale di Nicosia aveva assolto tutti coloro che risultavano titolari di prestiti e condannato solo i dipendenti della banca ed i presunti complici. I dipendenti dell’agenzia di Nicosia e due “procacciatori” di Leonforte, con la complicità degli imprenditori che rilasciavano false buste paga e false credenziali avrebbero realizzato il sistema.