Vertenza AcquaEnna considerazioni tecniche ed illustrative dei fatti della società

AcquaEnna interviene per fare delle considerazioni tecniche ed illustrative dei fatti. A questo proposito, si dice “dispiaciuta che sul Regolamento attuativo di un accordo sindacale teso a risolvere in modo etico e solidale una crisi che avrebbe portato a licenziamento molti esuberi, sia scoppiato un polemico equivoco in ordine alle premesse e proprio laddove si evidenziano i presupposti sui quali fondare il Contratto di solidarietà difensivo a sussidio dei lavoratori”. “A chiarimento basterebbe – dice l’ing. Sergio Cassar, consigliere delegato di AcquaEnna – richiamare quanto si è verificato al tavolo aziendale, aperto anche ai lavoratori e durato quattro mesi, riguardo a fatti che trovano riscontro in verbali sottoscritti da tutti i sindacati ed in atti pubblici. Per altro verso, sul resto che conta e quindi sull’accordo vero e proprio, che non trova alcuna critica, non può che dirsi che è un modello di atto giusto, equilibrato e sapiente, virtuoso e di sana amministrazione, utile anche per la stabilità dei lavoratori, nel quale la riduzione delle ore lavorative secondo quanto è effettivamente necessario alla gestione è solo un provvedimento obbligato e dovuto all’utenza del servizio idrico per non gravarla di sovraccosti ingiustificabili. Per questo a base dell’accordo –spiega Cassar- si è posto il bilanciamento fra l’interesse generale dell’utenza e l’interesse individuale dei lavoratori, mentre va sottolineato che per prescrizione di legge mai nessun risparmio gestionale può andare a lucro dell’azienda (piuttosto va a solo vantaggio degli utenti). Giungendo all’equivoco che desta invero tardivo clamore, almeno da 7 anni è noto agli addetti che quasi tutti i Piani d’Ambito (i progetti impostati da una società di Stato per l’affidamento del servizio idrico) hanno in gara forzato verso l’alto i dati dei consumi d’acqua facendo sì che le ingenti spese di converso caricate trovassero un’apparente copertura nel piano costi/ricavi a fronte di tariffe perciò mantenute relativamente basse. Ed invero, la frase equivocata nelle premesse riporta solo quanto per le gare svolte in Italia (ed in Enna) ha affermato l’Uval (Unità di Valutazione del ministero dello Sviluppo Economico) nel Documento 2006 denominato “Rischi, incertezze e conflitti di interesse nel settore idrico italiano” laddove, nel corso di un’argomentata analisi, espone: “Vi è il fondato sospetto che si tratti di una crescita (indicata per i consumi d’acqua e quindi per i ricavi, n.d.r.) stabilita per far quadrare il cerchio, ossia il Piano economico finanziario, a fronte di investimenti alti e tariffe basse”. Ma da questa – aggiunge ancora Cassar – e da altre non veritiere dichiarazioni in gara, errate, superficiali o forzate che siano, non ne è venuto nulla di buono all’affidatario AcquaEnna che avrebbe ovviamente preferito avere più consumi d’acqua a fronte di dati esatti, anagrafi allineate e un’utenza abituata a pagare, minor personale e più possibilità di investimento nelle infrastrutture. Tuttavia, per la complessità del progetto, è nella fisiologia della gara e, quindi, per sua espressa previsione che, una volta verificati i dati in corso di gestione, si procede al riequilibrio fra costi e ricavi. Perciò, se non è contestata da AcquaEnna – conclude Cassar – per eccessi di errore, la gara è del tutto valida e, in assenza di lucro, è nella norma che trovi corrispondenti aggiustamenti in corso d’opera quale è appunto il presente riassetto economico e organizzativo che si sta attuando nell’interesse degli utenti serviti e dei lavoratori utili, in adempimento di prescrizioni dell’Unione europea che altrimenti porterebbero a gravose sanzioni a carico del territorio”.

Giacomo Lisacchi