Leonforte. L’esito dell’esame sull’auto di Chiavetta conferma che il sangue sarebbe di Violeta Coriou

Leonforte. Sarebbe di Violeta Coriou il sangue trovato sull’auto di Giuseppe Chiavetta, l’ex fidanzato della trentaquattrenne romena scomparso nel nulla il 30 ottobre scorso. L’esame comparativo del Dna prelevato da alcuni oggetti personali della donna nell’abitazione di Catania e di quello estratto dalle tracce ematiche rinvenute sull’auto del disoccupato leonfortese e su una mannaia rinvenuta nel suo garage avrebbe dato esito positivo. A questo punto sembra arrivare la conferma che spegne le speranze dei familiari della donna. Violeta potrebbe essere stata uccisa il 30 ottobre scorso ed il suo corpo fatto scomparire. Nessuna indiscrezione trapela dagli inquirenti e il procuratore capo di Nicosia Fabio Scavone si è limitato ad affermare che la procura è orientata a chiedere il giudizio immediato. In sostanza l’ufficio requirente ritiene di avere elementi sufficienti a porre sotto processo Chiavetta, senza il passaggio per l’udienza dinanzi al Gup. Chiavetta quindi verrebbe processato dinanzi alla Corte d’assise di Caltanissetta. spetterà alla difesa valutare se procedere con il giudizio ordinario o chiedere un abbreviato che tecnicamente, potrebbe evitare l’ergastolo all’uomo. I tecnici dei carabinieri del Ris di Messina avevano effettuato le procedure di estrazione del Dna il 22 gennaio scorso e la perizia è stata depositata in questi giorni. Giuseppe Chiavetta arrestato 5 settimane dopo la scomparsa di Violeta, si è sempre proclamato innocente e anche nell’interrogatorio dello scorso 11 dicembre ha fornito al procuratore capo Fabio Scavone ed al sostituto procuratore Fiammetta Modica la sua versione sui fatti del 30 ottobre, quando Violeta era arrivata a leonforte da Catania per salutare lui e la sua famiglia, ma sempre sostenendo che la donna era ripartita sana e salva. I difensori del quarantatreenne, avvocati Ones Benintende e Damiana La Delfa non hanno mai ritenuto di rilasciare dichiarazioni. L’auto di Chiavetta, trovata in uno sfascio dove stava per essere rottamata, presentava all’interno vistose macchie di sangue.