Politiche. Promossi, bocciati e rimandati con un occhio alle prossime elezioni

Enna. I dati venuti fuori dalle urne lasceranno il segno, ma soprattutto serviranno a far aprire un dibattito all’interno dei partiti in provincia? Con le matite ancora calde è difficile poterlo dire, ma le risultanze delle politiche obbligano molti big, partiti e movimenti a fare un’attenta analisi perché il nuovo che avanza (Movimento 5 Stelle) a distanza di quattro mesi ha fatto squillare un altro duro campanello d’allarme che, a pochi mesi da un’altra tornata elettorale per il rinnovo della Provincia, deve porre il problema sul perché alcune certezze sono cadute. Già nelle ultime settimane alla Provincia si è assistito ad una fuga dai partiti tradizionali, chi verso altri lidi ghiotti in questo periodo, chi si è detto indipendente magari in attesa della piazza più appetibile.

Oggi i riflettori sono puntati tutti sul Movimento 5 Stelle che continua a fare raccolta di consensi; che siano di protesta o no poco conta perché la realtà dice che il cittadino non si sente più rappresentato dai partiti tradizionali ed il M5S è più vicino alle loro istanze.

Alle recenti elezioni in provincia di Enna si è astenuto il 32,94%, se a questo dato aggiungiamo il 30,33% che ha ottenuto il Movimento di Grillo ne esce fuori un dato che deve far riflettere, ossia oltre la metà degli elettori non si riconosce negli schemi tradizionali dei partiti che hanno bisogno di rinnovarsi, stare di più in mezzo alla gente ed interpretarne i bisogni ed i problemi. In poche parole bisogna ricominciare a fare politica fuori dalle stanze, tra la gente e dimostrare di voler fare qualche sacrificio.

Le elezioni politiche hanno lasciato in eredità numeri importanti e preoccupanti per i big in previsione futura dove, però, entrerà in gioco la scelta diretta dei candidati che potrebbe fare la differenza. Oggi tutti devono rincorrere il M5S ed il suo 30,33% su base provinciale; dietro seguono a sorpresa il Pd con 22,44% – evidente l’emorragia di voti – ed il Pdl con 21,59%. Sforzi enormi dovranno farli Grande Sud ed Mpa, insieme al 3,06%, Udc al 2,70%, Fli, ad uno spaventoso 0,65%, mentre Crocetta con il suo Megafono è all’8,98%. Con questo scenario ipotizzare altri dati clamorosi non è più difficile, così come non si può più parlare di sorpresa parlando del M5S pronto ad altri successi sulla scia delle recenti vittorie.

I candidati del capoluogo.
Pur non prevedendo l’espressione del voto per i candidati, le elezioni politiche nel capoluogo sono state caratterizzate da un impegno diretto ed in prima persona di alcuni candidati che hanno cercato di far passare un messaggio. Invano ai fini dell’elezione visto che nessun candidato del capoluogo entrerà a Montecitorio o Palazzo Madama. I più in vista sono stati Paolo Vicari candidato alla Camera con l’Udc nei posti finali. Bene, nella sua città Vicari ha contato 508 voti per l’Udc, un 3,25%. Nella stessa coalizione, ma con la lista Scelta Civica con Monti per l’Italia, era presente Fabio Montesano collocato al quarto posto alla Camera. Molteplici gli incontri con cittadini, così come con Montezemolo e Monti a cui ha consegnato dei dossier sullo stato in cui vive Enna e la sua provincia. Ad Enna la lista “centrista” ha avuto un ottimo risultato ottenendo 1.559 voti ed è fuor di dubbio che la presenza di Montesano abbia giocato un ruolo fondamentale. La lista “Scelta Civica” si è piazzata al quarto posto dietro “Movimento 5 Stelle”, Pd e Pdl dove non erano presenti candidati del capoluogo.
Fuori causa anche Paolo Colianni già candidato e non eletto all’Ars tra le fila del Partito dei Siciliani e questa volta inserito al terzo posto nella lista Grande Sud-Mpa. Nella sua città Colianni ha visto la lista fermarsi a 599 voti, pochi considerato il potenziale dei due movimenti meridionali.
Chi già sapeva di non entrare, ma ha portato ugualmente avanti la sua battaglia è Antonio Giuliana, inserito nella lista Sel, 11° posto. Ad Enna i voti per il partito di Vendola sono stati 597. Al Senato il big ennese doveva essere Mirello Crisafulli, ma tutti sanno com’è finita col Pd per cui anche qui i numeri non sono tra quelli da lasciare il segno.

Dalle urne anche…zero voti!
Non solo “grandi” numeri nelle elezioni politiche perché nei dati provinciali c’è anche chi ha segnato lo zero in casella. Alla Camera il Partito Repubblicano Italiano ha messo insieme appena 46 voti segnando lo zero a Catenanuova, Cerami, Gagliano, Nissoria e Sperlinga. Per Forza Nuova l’amaro risultato è arrivato da Centuripe e Nissoria, mentre a Barrafranca ha raccolto 214 voti dei 373 totali. Restiamo a destra e parliamo della Fiamma Tricolore che a Sperlinga resta a mani vuote. Sintomatico come diverse liste cinque liste (Partito Comunista dei Lavoratori, Pri, Mid, Pli e Fiamma Tricolore) non hanno superato i trecento voti.
Passiamo a Palazzo Madama. Qui lo zero in casella lo hanno scoperto Cantiere Popolare – a Gagliano, la Fiamma Tricolore, a Sperlinga, ed il Pri che ha messo insieme appena 56 voti. Il gran numero di liste (ben 22) ha messo in evidenza la debolezza di alcune di esse come Amnistia Giustizia e Libertà (260 voti), Forza Nuova (237 voti), Cantiere Popolare (188), Fiamma Tricolore (157), Moderati (189), Fare per Fermare il declino (138), Pri (56).
Una menzione a parte la merita la Lega Nord con molta sorpresa trova 172 voti al Senato e ben 384 alla Camera.