Uno, due tre, Stella! La Dea di Morgantina, il Museo e i suoi visitatori

Per fortuna che c’è Gian Antonio Stella, se non ci fosse si dovrebbe inventare, perché noi, poveri paesani degli Erei, un passaggio sul Corriere della Sera ce lo potremo solo sognare. Puntualmente, ripreso a tamburo battente da altri (come Blog Sicilia) che hanno condiviso lo scandalo dei 36 visitatori giornalieri paganti al Museo di Aidone, ha riportato all’attenzione dell’Italia Aidone e la sua Dea, a dispetto di chi in questi due anni avrebbe dovuto lanciarla, promuovere la sua immagine, e non ha fatto assolutamente nulla (dimenticavo la Regione ha predisposto il famosissimo sito internet, ma qualcuno ha mai visto in un aeroporto un manifesto della Dea, per il ritorno della quale hanno combattuto non solo i cittadini aidonesi e i magistrati, ma anche ministri della Repubblica e qualche politico siciliano? E della SP 14 e della statale 288 cosa ne è stato? sono là, l’una a costringere al giro da trazzera e l’altra sempre più sforacchiata!).
Avevo già letto l’articolo di Stella e l’avevo volutamente ignorato: l’accanimento condito di condiscendenza con cui Stella continua a trattarci, nonostante l’autorevolezza del giornalista, resta stucchevole e incomprensibile. Sono stata invitata a rileggerlo e francamente mi risulta sempre meno chiaro lo scopo che si prefigge: l’abbandono al proprio destino dei piccoli e piccolissimi centri a favore delle grandi città? In Sicilia è solo Palermo o può avanzare qualche pretesa anche Catania e Siracusa? Per risparmiare le risorse pubbliche e le energie dei turisti, secondo Stella, tutte le opere d’arte, i reperti archeologici più significativi, devono essere concentrati in un grandissimo museo, un contenitore regionale, a favore di un turista frettoloso che può visitare comodamente in mezza giornata tutto quello che c’è da vedere in Sicilia e poi, via, là nell’Italia civile dove tutto funziona alla perfezione . Che peccato che le rovine non si possano spostare, Morgantina potrebbe essere trasferita in un luogo più ameno, raggiungibile magari da una grande autostrada, godibile da masse adoranti che potrebbero comodamente vedere un’intera città ellenistica senza sottoporsi a stressanti chilometri e chilometri nell’assolato nulla, per raggiungere Aidone situata nientepopodimeno che “in mezzo alla Sicilia, sui monti Erei”. Nell’articolo del Corriere non c’è la notizia, c’è solo l’ennesimo sfogo di Stella sugli sprechi in Italia e in Sicilia in particolare: “…è in grado la Sicilia oggi di investire le poche risorse disponibili sparpagliandole su tutti i suoi siti archeologici e tutti i suoi musei e tutte le sue residenze nobiliari e le sue città d’arte dispersi sul territorio? Vengono prima gli interessi generali o quelli particolari di questo o quel municipio, questa o quella comunità locale?” Sì vale la pena, dottor Stella, senza alcun dubbio e non solo perché una ricchezza così diffusa può e deve diventare il volano di sviluppo anche dei territori più interni e più periferici, ma anche perché il valore di un’opera non è accresciuto dall’essere una delle tante di un grande Museo ma, al contrario, riceve luce e spessore storico dal contesto in cui è nata.
Altra musica negli USA, dove la prospettiva sta cambiando; c’è un dibattito, a tratti anche abbastanza acceso, sull’iniziativa del Getty Museum di restituire numerosi reperti archeologici, acquistati sul mercato clandestino, alle comunità locali a cui sono stati strappati, in questa ottica si colloca l’iniziativa di restituire al Museo di Aidone la Testa di Ade proveniente da Morgantina. Altri grandi Musei, ricchi di opere di dubbia provenienza, non hanno condiviso, ma l’opinione pubblica approva. C’è una iniziativa bellissima che sta prendendo piede in America, l’Iniziativa di Conservazione Sostenibile (SPI – Sustainable Preservation Initiative) che cerca di salvare e preservare il patrimonio culturale del mondo, fornendo opportunità economiche di trasformazione sostenibile alle comunità povere in cui si trovano i siti archeologici. Il suo slogan è “Salvare i siti per trasformare la vita” e l’intento è quello di aiutare le comunità locali a preservare il loro patrimonio culturale, trasformandolo in beni economici. “La gente non può mangiare con la propria storia”, dice Larry Coben, direttore esecutivo di SPI e archeologo dell’University of Pennsylvania, “abbiamo bisogno di fornire un alternativa agli altri usi economici dei siti archeologici come i saccheggi, l’agricoltura, il pascolo e gli usi residenziali e commerciali. In questo modo, siamo in grado di aiutare le persone a migliorare la propria vita e dare loro un forte incentivo economico per preservare il nostro patrimonio comune “. Al grido di “Gente, non pietre” vengono raccolti fondi per finanziare progetti specifici tesi a fornire opportunità economiche alle comunità povere dove si trovano siti archeologici in pericolo. Un altro mondo! Questi vogliono spingere i turisti americani nei luoghi più remoti del mondo (i primi progetti sono stati realizzati in Perù a San Josè de Moro e a Pampas Gramalote!), a visitare i siti e acquistare i prodotti e i servizi locali. Il nostro invece manderebbe tutti i turisti a Roma, o al massimo, se sono così coraggiosi da spingersi sull’Isola, che possano esaurire la loro sete di conoscenza nel capoluogo di regione, a portata di aeroporto e autostrada!
Come ormai succede ad ogni articolo di Stella sulla Dea di Morgantina, ci sono prese di posizione, quella che mi è sembrata più opportuna è stata messa nero su bianco dal consigliere provinciale Regalbuto che afferma “Le parole usate dal giornalista Stella feriscono il popolo aidonese, in particolare, e tutti i siciliani, in generale. Il rientro della Venere non ha soddisfatto un interesse particolare, in sacrificio dell’interesse generale, così come asserito dal giornalista Stella ma ha soltanto ripristinato uno status quo ante illegalmente violato”. “Il forte interesse degli abitanti di Aidone nei riguardi dell’opera d’arte è, inoltre, sintomatico di una grande crescita culturale, oltre che rappresentativo di quella voglia di migliorarsi tipica dei siciliani. La Venere di Morgantina è un valore aggiuntivo, un quid pluris, per il territorio di Aidone, contraddistinto da sempre da un patrimonio archeologico e artistico di immane valore”.
«Il giornalista Stella» conclude Regalbuto «sbaglia nel dipingere Aidone come un paese isolato e sperduto, privo di ogni interesse storico, artistico e culturale. Nessuno di noi siciliani può tollerare che la dignità della nostra terra sia offesa e denigrata da qualcuno che non conosce neanche il luogo ove viviamo. Io, in particolar modo, sono fortemente indignato dalle parole usate dal giornalista del Corriere della Sera, perché credo con convinzione nelle potenzialità sia della nostra Provincia che della nostra Regione”.

Franca Ciantia