Associazione antiracket di Catania si costituisce parte civile al processo del pregiudicato di Villarosa, Maurizio Nicosia
Enna-Cronaca - 06/03/2013
Il processo apertosi al tribunale di Enna a carico del pregiudicato di Villarosa, Maurizio Nicosia, ha visto una vittima di usura e un’associazione antiracket di Catania costituirsi parte civile al processo. Il tribunale collegiale, presieduto da Elisabetta Mazza e con giudici a latere Andrea Salvatore Romito e Calogero Commendatore, dovrà appurare se Nicosia, difeso dall’avvocato Antonio Impellizzeri, è stato protagonista di un episodio di usura, che vede coinvolto un imprenditore di Bronte. L’accusa è sostenuta dal pm della Dda di Caltanissetta Roberto Condorelli. L’ imprenditore di Bronte , difeso dall’avvocato Antonio Guarnera avrebbe chiesto dei soldi in prestito, trovando in difficoltà finanziarie e si sarebbe trovato nelle mani di usurai. A costituirsi parte civile, ieri mattina, l’As.A.A.E. di Catania, acronimo di associazione antiusura e antiracket etnea, presieduta da Gabriella Guerini. La difesa non si è opposta all’acquisizione delle trascrizioni delle intercettazioni, effettuate dagli agenti della sezione criminalità organizzata della squadra mobile, diretti dal vicequestore Giovanni Cuciti, in quanto “l’imputato – ha detto l’avvocato Impellizzeri – ne riconosce la paternità morale ideologica”. Nell’intercettazione Nicosia dichiara parlando con un villarosano dicendo “capaci ca si penti”, riferendosi a una terza persona. La difesa ha chiesto ed ottenuto che questa conversazione sia ascoltata in aula, perché Nicosia sostiene di non aver affatto detto così. La difesa poi ha chiesto e ottenuto l’acquisizione di una sentenza del tribunale di Enna del 2003, il cosiddetto processo “Scarface”, che vedeva Nicosia imputato per associazione a delinquere e droga, che lo vedeva coinvolto in altri contesti associativi dal ’97 al 2003. Ora deve rispondere di associazione mafiosa dal ’98 al 2008. I giudici, inoltre, acquisiranno al carcere di Caltanissetta una documentazione relativa ai compagni di cella di Maurizio Nicosia, dove rimase in prigione dal 2 novembre 1999 al 16 dicembre 2002 e divise la cella con Ciccio La Rocca e altri personaggi mafiosi di primo piano e questo dovrebbe servire a confermare la tesi di Nicosia, che sostiene di non aver mai avuto rapporti con mafiosi, ma solo ed esclusivamente quando si trovava nel carcere nisseno.