Xibetano aggredito da un minorenne di Enna: “aveva guardato la mia fidanzata”

Calascibetta. Colpito in pieno volto con un pugno sferrato da un minorenne. Vittima dell’aggressione un ventunenne di Calascibetta, Carmelo Amaradio, che si trovava a Enna nei pressi di Piazza Europa insieme a un compaesano. Il grave episodio è avvenuto intorno alle 9 di sabato scorso. Il giovane xibetano – ha spigato ai Carabinieri di Enna- si è sentito poggiare la mano sulle spalle e quando si è girato, l’aggressore, un minorenne residente a Enna, gli ha sferrato un colpo al viso. La vittima non ha reagito, ha chiesto all’aggressore di aspettare sul luogo dell’accaduto, si è recato presso il Comando provinciale dell’Arma, distante poche centinaia di metri, spiegando che era stato colpito da uno sconosciuto. A quel punto sia il ventunenne, che aveva il volto pieno di sangue, sia i Carabinieri sono usciti dalla Caserma e hanno raggiunto il minorenne che non aveva accennato minimamente la fuga. All’arrivo degli uomini dell’Arma il ragazzo avrebbe detto: “L’ho fatto perché guardava la mia fidanzata”. Poi avrebbe aggiunto: “ Sono minorenne, non mi potete fare niente”. Ma Vincenzo Amaradio, papà del giovane aggredito, ascoltato ieri, ha detto: ”Mio figlio mi ha giurato che non conosce né l’aggressore, né chi possa essere la fidanzata”. In ogni caso la violenza non può avere il sopravvento, non può essere giustificata. Portato in caserma, l’aggressore è stato identificato, mentre la vittima è stata costretta a ricorrere alle cure dei medici del nosocomio di Enna, i quali, dopo averlo tenuto sotto osservazione per tutta la giornata di sabato, gli hanno diagnosticato un trauma contusivo -nasale con avulsione del dente undici, parziale frattura del dente ventuno, infrazione coronale dello smalto dente 12 e riferita cervicalgia da contraccolpo. Al ventunenne i medici hanno dato cinque punti di sutura al labro superiore. La prognosi è di dieci giorni. “Mio figlio- ha continuato papà Vincenzo – continua a non spiegarsi il perché di questo violento gesto, di questa aggressione che poteva avere conseguenze più gravi. Ci rattrista – continua Vincenzo Amaradio- che i familiari dell’aggressore non si sono fatti vivi, almeno per chiedere scusa e sincerarsi delle condizioni di mio figlio Carmelo”. La famiglia del giovane xibetano, rimasta addolorata dal brutale gesto, potrebbe decidere di sporgere querela. “Ho detto ai miei due figli – conclude il papà della vittima – che dovrà essere la legge a fare giustizia”.

Francesco Librizzi