Accelerata la chiusura del Tribunale di Nicosia

Nicosia. Avanti tutta verso la chiusura del tribunale, con il ministero della Giustizia che stringe i tempi e trasmette le linee guida per la soppressione dei tribunali, con atti che devono essere portati a termine entro il 30 maggio prossimo. Il ministro uscente per la Giustizia Paola Severino, determinata a far chiudere i tribunali inseriti nel decreto di riordino della giustizia, va avanti, malgrado ormai membro di un Governo praticamente non più in carica e malgrado i ricorsi alla Corte costituzionale contro la legge stessa. Il Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria diretto da Luigi Birritteri, ha trasmesso ai presidenti ed ai procuratori generali delle Corti d’appello che comprendono tribunali da chiudere, le “linee guida per la dismissione degli immobili”, cioè degli edifici che ospitano tribunali che chiuderanno dopo il 13 settembre. La nota sottolinea che l’obiettivo è “procedere nel più breve tempo possibile alla totale dismissione delle strutture ove sono attualmente allocati tutti gli uffici soppressi”. Un “colpo di mano” perché il termine entro il quale è possibile chiedere la deroga e mantenere la struttura esistente per un massimo di 5 anni per motivi logistici del tribunale accorpante, è del 30 maggio, ma entro il 30 aprile il presidente del tribunale accorpante, che nel caso di Nicosia è quello di Enna dovrà acquisire i pareri degli amministratori locali e del Consiglio dell’ordine degli avvocati. Con la concomitanza delle ferie di Pasqua, si riduce a meno di un mese il tempo concesso per acquisire i pareri, anche se nel caso del tribunale di Nicosia questa procedura non sembra destinata ad essere neanche avviata perché il presidente del tribunale di Enna Ferreri ha già comunicato al ministero di disporre dei locali necessari ad ospitare tutti gli uffici che del tribunale di Nicosia e, anzi, a Enna sono già da tempo stati avviati gli interventi per l’adeguamento del palazzo di giustizia. La nota ha come obbiettivo quello di ridurre al massimo il ricorso alla deroga che consente il mantenimento in casi eccezionali e per non più di cinque anni degli immobili sedi degli uffici soppressi. Chi chiederà la proroga dovrà comprovare le “specifiche ragioni organizzative o funzionali” che la giustificano, anche chiarendo i motivi per i quali sussiste “l’impossibilità di praticare soluzioni alternative che consentano la concentrazione degli uffici soppressi presso la sede accorpante”.
Purtroppo per Nicosia non esiste neanche lontanamente questa prospettiva perché è stato dato parere favorevole all’accorpamento. Per assurdo se pure la Consulta dovesse dichiarare incostituzionale la legge che sopprime i tribunali, per Nicosia il pronunciamento arriverebbe comunque troppo tardi. La Corte ha infatti fissato per il 10 ottobre l’udienza per esaminare i ricorsi, ma dal 14 settembre il tribunale di Nicosia sarà chiuso. L’unico spiraglio è un intervento della Regione che, sulla base dello Statuto speciale e della soppressione delle province, sollevi il conflitto di competenze e blocchi la chiusura dei tribunali e delle sezioni distaccate siciliani. Va sottolineato che alla chiusura del tribunale è collegata quella del carcere cittadino e dell’Agenzia delle entrate, oltre che il ridimensionamento della Compagnia dei carabinieri, destinata ad essere declassata a tenenza, e alla soppressine della Tenenza della guardia di finanza.