Le casalinghe femministe. La casa è una scelta. Oppure NO

Nell’agguerrito e fecondo universo del femminismo americano – che a dispetto delle remore linguistiche di Marissa Mayer è vivo e vegeto proprio grazie alla generazione under-30 di mia figlia – l’articolo di copertina sull’ultimo numero del settimanale New York ha scatenato il putiferio.

Dopo le “casalinghe disperate”, la rivista patinata dei newyorchesi bianchi dell’Upper East Side (da non confondersi con il ben più colto New Yorker) scopre le “casalinghe femministe”.

O meglio le “mogli retro”: giovani donne che dopo il Master e una carriera di successo, decidono spontaneamente di diventare mamme e casalinghe a tempo pieno. “Un trend sempre più diffuso”, scrive la giornalista Lisa Miller, “che oggi annovera legioni di plurilaureate americane”.

Donne come Kelly Makino, la 33enne ex assistente sociale che ha rinunciato alla carriera

“perché credo che il gentil sesso sia molto più portato ai lavori domestici e alla cura della casa e dei figli”.

“Sono davvero felice che mio marito ed io abbiamo optato per i tradizionali ruoli di genere senza il minimo conflitto”, le fa eco Patricia Ireland, che ha abbandonato Wall Street per cambiare pannoloni e passare l’aspirapolvere.

Apriti cielo. Dall’Atlantic a Slate e dalla CNN alla blogosfera, l’irritazione delle donne – soprattutto 20enni e 30enni – nei confronti dell’articolo è stata corale. “Non è affatto una coincidenza che una settimana dopo il manifesto femminista di Sheryl Sandberg Lean In, il New York se ne esca con una tesi tanto falsa e incendiaria”, punta il dito l’influente sito femminista Jezebel secondo cui Miller “ripropone proprio gli odiosi stereotipi che da sempre tarpano le ali delle donne, convincendole di non essere all’altezza, denunciati da Sandberg”. “Dire che le donne sono per natura genitori migliori”, conclude Jezebel, “è un grave insulto anche per tutti gli uomini e i papà”.

E poi c’è un altro problema. “L’articolo è statisticamente falso”, accusa Jessica Grose su Slate,

“Secondo l’ultimo censimento Usa il 75% delle donne laureate continua a lavorare anche dopo la maternità”, precisa, “Quando i figli crescono il numero arriva addirittura all’86%”.

Il vero trend, semmai, riguarda l’aumento esponenziale di uomini che scelgono il focolare domestico per occuparsi dei figli e permettere alle loro mogli di perseguire i sogni e la carriera che hanno eluso le loro nonne e (talvolta) persino le loro madri. Lo scrivono la Cnn e il New York Times. E tante fanno notare che non esiste alcun studio scientifico che dimostri la tesi secondo cui le donne sono “biologicamente programmate” per spolverare e cucinare meglio o reagire più istintivamente al pianto dei loro figli.

“Si tratta di condizionamenti culturali, non di tratti di natura”, spiegano.

E infatti in America, oggi, sono sempre più spesso gli uomini a indossare il grembiule e impugnare il biberon.

L’Italia avrà presto un’evoluzione famigliare simile a quella americana? Le donne italiane in questo sono uguali o diverse da quelle americane? Se potessero davvero scegliere, cosa farebbero? Voi che ne pensate?

Alessandra Farkas
@afarkasny

corriere.it