Enna. Ricostruzione facciale del cadavere rinvenuto ad Agira in un pozzo limitrofo alla A/19

Nel corso delle indagini volte all’identificazione del cadavere rinvenuto, il 12 gennaio 2010, all’interno di un pozzo sito in C.da Buzzone agro del comune di Agira, limitrofo alla A/19, condotte dal Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Enna, sotto la direzione del Procuratore della Repubblica di Nicosia (EN) Dott. Fabio Scavone e del Sostituto Procuratore Dott.ssa Anna Granata, è stato nominato quale Consulente tecnico d’ufficio il Dott. Matteo Borrini, antropologo forense di fama internazionale, nonché docente universitario di archeologia, (si allega curriculum vitae). All’esperto è stato richiesto tra l’altro, tramite indagini antropometriche e morfologiche, di accertare i parametri identificativi dei resti rinvenuti all’interno del pozzo, l’epoca del decesso e di procedere alla ricostruzione facciale.

Esame forense
Dalla dettagliata relazione che il Dott. Borrini ha presentato si evince che
• La mancanza di fenomeni di esfoliazione, fessurazione o sbiancamento, indicano che i resti non abbiano subito una prolungata esposizione alle intemperie, inoltre l’assenza di fenomeni di dissoluzione ed erosione della superficie ossea indica che la decomposizione non sia avvenuta in un ambiente differente da quello in cui il cadavere è stato rinvenuto, ovvero il pozzo per la raccolta di acque pluviali in c.da Sparagogna/Buzzone.
• Per quel che attiene la data presunta di morte, nella relazione vengono intrecciati i dati di due speciali analisi, una relativa alle tempistiche di saponificazione di resti umani immersi in acqua e la seconda invece parte da uno studio entomologico degli insetti rinvenuti sui resti repertati. Prendendo comunque in considerazione i più attendibili studi internazionali in materia, ed analizzando da un lato i dati ambientali, temperatura esterna e condizioni meteo della zona, e dall’altro le tempistiche di formazione e i cicli vitali degli insetti presenti è stato possibile ritenere che il decesso del soggetto sia accorso nella tarda primavera\estate del 2009.
• Con riferimento ai dati morfologici della salma, si è potuto affermare che, per la morfologia dell’area frontale (profilo, prominenza dei rilievi sopraccigliari, forma e margine orbitale, etc) e della zona temporo-occipitale (sviluppo delle mastoidi, della radice zigomatica e della protuberanza occipitale), nonché per la protrusione dei gonia, il soggetto può essere ascritto tra gli individui di sesso maschile, inoltre la generale morfologia e lo stato della dentatura indicano che il soggetto fosse un adulto maturo. Il genere maschile è stato confermato anche dalle misurazioni delle ossa del bacino. Per la stima dell’età biologica alla morte sono state valutate le modificazioni che intervengono con l’età, per cui è plausibile ritenere che il soggetto in esame al momento della morte avesse un età superiore ai 55 anni, più verosimilmente oltre i 60 anni di età.
• Per quel che attiene i dati morfometrici si è fatto ricorso alle misurazioni antropometriche codificate da Martin e Saller, in particolare attraverso l’utilizzo del software FORDISC®, che è un programma in grado di elaborare, mediante funzioni discriminanti, le misure del cranio e delle ossa lunghe di un soggetto ignoto confrontandole con un ampio database comprendente diverse popolazioni e gruppi umani. Con certezza si è potuto affermare che il soggetto sia chiaramente avvicinabile al tipo caucasico e di sesso maschile, e sempre tramite il citato software mettendo in relazione la lunghezza di alcune ossa tra cui il femore e la tibia, viene suggerita una statura media di 180 cm, con un margine di tolleranza del 90% tra 174 e 185 cm.
• Volendo poi conoscere eventuali patologie o caratteristiche particolari che facilitassero gli investigatori nell’identificazione, il Dott. Borrini afferma, anche grazie alla sottoposizione dei resti ad una TC total body eseguita presso l’Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro, che si è evidenziata la presenza di osteoartriti su alcune costole e sul femore sinistro che potrebbero aver creato algia al soggetto, che nei momenti di acutizzazione del fenomeno può aver assunto postura claudicante; tale postura doveva però risultare occasionale e non deve essere quindi necessariamente intesa come carattere identificativo. Inoltre è stato diagnosticato un notevole sviluppo muscolare, che comunque non deve essere necessariamente ascritto al soggetto al momento del decesso, potendo essere risultato di attività pregresse svolte nel corso della vita.

Ricostruzione facciale
La ricostruzione facciale, più appropriatamente approssimazione facciale, mira a delineare i tratti fisici del volto di un soggetto ignoto, partendo dal cranio. La Facial Reconstruction è un ausilio alle indagini poiché, se opportunamente divulgato, può indurre conoscenti e famigliari di un soggetto scomparso a riconoscerne le fattezze nella ricostruzione proposta, indirizzando così l’attività investigativa verso un potenziale candidato all’identificazione. L’accertamento dell’identità dovrà poi essere confermato mediante opportuni strumenti scientifici, quali comparazione genetica, antropologica ed odontoiatrica. La ricostruzione facciale eseguita in questo caso è di tipo tridimensionale con approccio diretto al cranio. Questo è stato esaminato in sede di accertamento antropologico per identificarne le caratteristiche morfologiche ponendo attenzione anche alle zone di inserzione muscolare, valutandone il grado di trofia e l’orientamento. Questi dati sono stati addizionati a quelli relativi al profilo biologico del soggetto in esame e alla sua costituzione, deducibili questi dagli indumenti descritti in atti; tale insieme di informazioni è stato utilizzato per ponderare lo spessore dei deep markers, ovvero degli indicatori di spessore. La dimensione e il posizionamento di questi indicatori è stato ricavato applicando i più rinomati ed attendibili studi internazionali in materia, che indicano determinate linee guida in base a diversi fattori quali l’età, l’area geografica di provenienza, la costituzione fisica. I deep markers così realizzati sono stati posizionati sulla copia prototipata del cranio, ovvero una sua fedele riproduzione mediante i dati acquisiti a mezzo TC, in modo da costituire la base per la modellazione dei tegumenti. Le radiografie, unitamente alle fotografie (anch’esse scalate ed orientate) eseguite
sull’originale in fase di accertamento, sono state utilizzate come guida durante l’esecuzione di modellazione, svolta in modo progressivo sulla sottostruttura scheletrica. Per quanto riguarda i tratti dell’area naso-labiale, delle orecchie, dell’area orbitale, al cui interno sono state alloggiate protesi oculari compatibili, si sono applicati fedelmente i dettami imposti dai maggiori studi forensi in materia. L’intera ricostruzione è stata modellata utilizzando materiali differenti rispetto alla tradizionale creta, che avrebbe fornito un’innaturale colorazione, che invece, è stata restituita mediate pigmento al termine delle operazioni. Per il colore dell’iride si sono scelte protesi oculari con tonalità pressoché neutra, non particolarmente chiara né scura, onde evitare falsi meccanismi di riconoscimento\esclusione da parte di possibili conoscenti del soggetto ignoto. Non disponendo di elementi circa la presenza o meno di capelli, sulla salma si è evitato di inserire qualsiasi artefatto privo di evidenze a supporto, considerando comunque la possibilità di future elaborazioni digitali delle immagini fornite. Al termine delle operazioni di approssimazione facciale si è giunti a disporre di un mezzobusto del soggetto ignoto che è stato fotografato secondo differenti angolature e fonti di illuminazione, prediligendo quella naturale per un maggior realismo delle immagini. Sono state realizzate, altresì, immagini con il soggetto indossante una camicia simile a quella rinvenuta. Inoltre, per apprezzare la resa del soggetto in situazioni differenti, si è provato a scattare fotografie ponendo sul capo dello stesso cappelli di varia foggia, con lo scopo di attenuare la mancata resa di un’eventuale capigliatura.

 

DATI ANTROPOMETRICI:
Età: oltre  55 anni.
Epoca presumibile di morte: primavera/estate 2009
Razza: caucasica.
Altezza: 174-185 cm.
Peso: ////.
Corporatura: Robusta.
Colore e taglio capelli: ////.
Colore occhi: ////.
Taglia delle scarpe: 45.
Segni particolari: Artrosi anca sx, con possibile claudicazione.

ABBIGLIAMENTO AL MOMENTO DEL RINVENIMENTO:  
Maglia: camicia maniche corte begie a quadretti verdi petrolio.  
Pantaloni: in tessuto elasticizzato tipo casual colore verde militare, taglia 46/48.  
Scarpe: basse di colore nero, in pelle, con suola in gomma, con punta squadrata.  
 
Accessori: nera con motivi in rilievo a forma cubica, con fibbia in metallo argenteo.  
 
Biancheria:

  • calzini corti in spugna neri con simbolo grigio;
  • slip sintetici neri, con disegno a rombi verdi e blu su sfondo chiaro e fascia elastica nera.

 

 
 
 
 



 
Matteo Borrini
Dottore di ricerca in Biologia, è archeologo ed antropologo forense registrato presso l’albo dei periti penali del Tribunale della Spezia; svolge attività di consulente per differenti Procure della Repubblica per la ricerca, il recupero, e l’identificazione di resti umani e soggetti scomparsi.
Da anni è docente in corsi e master di scienze forensi in differenti atenei, tra cui l’Università di Firenze e la Pontificia Università “San Bonaventura”.
È membro della prestigiosa American Academy of Forensic Sciences, dell’International Association for Identification, dell’International Academy of Legal Medicine, della Società Italiana di Antropologia ed Etnologia.
Inoltre è socio fondatore dell’Accademia Italiana delle Scienze Forensi, presieduta dal Generale Garofano, dove dirige la sezione di Archeologia e Antropologia Forense.
Si è occupato nell’ambito dei Diritti Umani di vittime legate al Secondo Conflitto Mondiale e come riconoscimento di tale impegno profuso, è stato nominato membro onorario della Commonwealth War Grave Commission.
Autore di articoli e manuali scientifici su riviste nazionali ed internazionali, ha scritto il primo manuale italiano dedicato al recupero dei corpi sulla scena criminis (Archeologia Forense, Edizioni Lo Scarabeo) ed un ulteriore testo sulla prova scientifica (La prova Occulta – edizioni Lo scarabeo) con il coautore Vincenzo Lusa.
Da anni attivo sul territorio nazionale anche nello studio di resti scheletrici antichi, ha diretto numerose campagne di scavo per Soprintendenze di varie regioni, divenendo consulente scientifico per la National Geographic Society; per questi interventi e per l’impegno investigativo è stato più volte in trasmissioni, tra le quali SkyTg24 (Sky), Metropoli (Rai 3) e Quarto Grado (Rete 4).