Europa 2020: Presidente CNA su sfide e sviluppo del territorio

Il presidente della CNA Tonino Palma interviene nel dibattito sulle sfide e sullo sviluppo del territorio nella conferenza interistituzionale organizzata dalla Provincia di Enna

Mercoledì 3 e Giovedì 4 aprile presso la Sala Cerere del Comune di Enna si è svolta la conferenza interistituzionale organizzata dalla Provincia di Enna sul tema: Europa 2020: sfide ed opportunità per un nuovo sviluppo in Sicilia e in provincia di Enna.
La conferenza promossa e coordinata dall’assessore provinciale alla Programmazione Sviluppo e Politiche Europee Turi Zinna, ha visto la partecipazione di rappresentanti del Parlamento Europeo, del Comitato Economico Sociale Europeo, dell’Uver-DPS Ministero dello Sviluppo Economico, del Dipartimento Programmazione della Regione, delle Università di Palermo, Catania ed Enna e di consulenti ed esperti nelle tematiche della programmazione e della pianificazione territoriale.
Non prevista la presenza delle associazioni di categoria tra gli interventi ma la testimonianza diretta di alcuni imprenditori ennesi.
Il presidente della Cna Tonino Palma, presente al convegno, è intervenuto nella fase del dibattito finale, dando atto all’assessore Zinna del grande sforzo profuso nell’organizzare un evento di così alto profilo, ricco di personalità qualificate e di indubbia utilità, specialmente in un momento in cui si registra la totale assenza di programmazione strategica territoriale e si prospetta, nell’immediato futuro, uno scenario alquanto incerto per la ridefinizione dei confini e la riorganizzazione degli enti intermedi tra Comuni e Regione. Fase che potrebbe aggiungere confusione alla confusione e far perdere le opportunità offerte dai Programmi Operativi Regionali, qualora dovessero allungarsi i tempi di definizione della composizione, dei compiti e del governo delle nuove entità.
L’apprezzamento sull’iniziativa dell’assessore Zinna, non ha impedito al Presidente della Cna di esprimere con altrettanta schiettezza, a nome della propria organizzazione, ma anche delle altre rappresentanze datoriali, una critica puntuale e senza infingimenti su alcuni aspetti emersi nel convegno che possono risultare determinanti nelle sfide future che vedranno protagonisti i territori.
Palma (nella foto) ha rilevato che, nella fase delicata di individuazione delle priorità, dei metodi di governance territoriale e di nuovi strumenti operativi per attrarre risorse, non si può assolutamente trascurare la presenza e l’apporto del mondo imprenditoriale e della sua rappresentanza.
E’ estremamente grave non riconoscere il ruolo delle associazioni di categoria che istituzionalmente svolgono il compito di rilevare, sintetizzare e rappresentare gli interessi diffusi e i bisogni di quella realtà economica fatta da tanti soggetti che operano nel territorio, producono ricchezza, creano occupazione, svolgono funzione di tutela e riqualificazione del contesto, svolgono un ruolo sociale di fondamentale importanza e contribuiscono, in modo per niente marginale, al gettito fiscale e tributario di Comuni, Province, Regione e Stato.
Non è certamente un metodo efficace – ha sostenuto Palma – quello che si sta tentando di affermare in questi ultimi anni, che prevede di pianificare e programmare, pretendendo di interpretare i bisogni delle imprese prendendo a riferimento soltanto poche imprese conosciute, certamente significative, ma che non possono essere mai esaustive della rappresentazione complessiva delle aspettative di una intera categoria.
Parlare oggi degli indirizzi della nuova programmazione, di innovazione sociale, di territorio intelligente, di smart city, della promozione degli aspetti vocazionali e identitari del territorio e di fiscalità di vantaggio – ha puntualizzato Palma – non è realistico se non si colmano alcuni deficit fondamentali, tra i quali rientra la ridefinizione della governance territoriale, il confronto tra gli attori locali e il superamento del gap infrastrutturale, materiale ed immateriale, esistente nel territorio.
Se non si incide con urgenza sui problemi relativi alla mobilità interna di persone e merci, ostacolata dalle pessime condizioni in cui versano le strade, sulla scarsa disponibilità di aree per gli insediamenti produttivi, quelle esistenti sono fatiscenti ed insufficienti, sulla esigua diffusione della banda larga, la cui mancanza crea pregiudizi sia alle imprese, che non possono competere adeguatamente in un contesto sempre più pervaso dalle nuove tecnologie, che ai cittadini, sempre più condizionati dal Digital Divide e distanti da una concreta innovazione sociale.
In sintesi bisogna incidere prioritariamente e profondamente su quei fattori che Palma ha definito le “precondizioni dello sviluppo” altrimenti qualsiasi altra ipotesi diventa volo pindarico.
Altro aspetto attenzionato da Palma, ha riguardato la ricaduta che hanno avuto nel tempo, gli investimenti nel campo delle Infrastrutture e della Ricerca.
Quando si parla di investimenti in opere infrastrutturali e di Ricerca, il fenomeno ricorrente è quello che vede penalizzate le eccellenze, le intelligenze e le migliori espressioni imprenditoriali del territorio, a causa delle modalità di selezione ancorate a standard distanti dal target dimensionale delle nostre imprese. Insistere su questi criteri, vuol dire impedire alle imprese di piccole e medie dimensioni, la possibilità di accedere ai finanziamenti e di realizzare interventi infrastrutturali, che diventano solitamente appannaggio di grandi imprese, che nelle migliori delle ipotesi, nel caso di lavori pubblici, tramite sub appalto, affidano i lavori alle stesse imprese locali prima escluse, contraddicendo l’assioma secondo il quale le nostre imprese non sono in condizione di realizzare tali interventi per problemi dimensionali e di standard qualitativi.
Non ci può essere alcun pregiudizio o alibi che giustifichi la scarsa attenzione verso le imprese del territorio che, per ironia della sorte, molto spesso, fuori dalla Sicilia, riescono ad affermarsi più facilmente e sono meglio apprezzate e valorizzate.
Se non si attua una politica di investimenti più attenta e accessibile al mondo delle nostre imprese, i benefici degli investimenti previsti nella prossima programmazione, andranno tutti a favore di aziende estranee al territorio, perpetuando i danni prodotti nel passato, realizzando spesso opere inadeguate e non corrispondenti agli effettivi bisogni del territorio, condannando il nostro tessuto economico ad un ulteriore depauperamento impedendone la crescita e la possibilità di riscatto.
Altro tema toccato da Palma ha riguardato la necessità delle imprese di confrontarsi con le istituzioni, con il mondo della formazione e con l’università, in una tensione continua verso il superamento dei propri limiti, per un miglioramento delle proprie performance e per un’innovazione di prodotto e di processo. Tutti fattori – ha sostenuto Palma –che in un momento come questo sono necessari per la propria sopravvivenza, nella sfida incalzante con un mercato globalizzato e sempre più competitivo.
Per questo la politica, le istituzioni locali e l’Università, devono evitare di scadere nell’autoreferenzialità, devono uscire dalla retorica e confrontarsi con il mondo reale. Ognuno deve fare la propria parte e contribuire a creare le migliori condizioni per far crescere ed esaltare le eccellenze locali.
A tal proposito, non depone certamente a favore della politica la quasi totale assenza al convegno – sottolineata da Palma – dei rappresentanti del Governo Regionale e degli amministratori locali.
La Provincia di Enna, pur con qualche limite, attraverso il convegno ha inteso dare un impulso al tema della pianificazione territoriale, sul quale bisogna avviare da subito una riflessione collettiva. A tal fine Palma, a conclusione del suo intervento, ha lanciato una proposta che ha raccolto i favori dei presenti: avviare da subito un confronto con cittadini, imprese, associazioni, istituzioni e università, per ridestare la coscienza civica e il senso di appartenenza alla comunità, per far emergere nuove idee e proposte, per redigere un progetto strategico condiviso, che tenga conto degli aspetti vocazionali e delle peculiarità del territorio. Un progetto che deve rappresentare la base di partenza per gli interventi futuri e che può essere oggetto di finanziamento attraverso la candidatura all’Avviso Pubblico per la “Rilevazione di fabbisogni di innovazione nel settore pubblico nelle regioni convergenza”, emanato di recente dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dal Ministero dello Sviluppo Economico e che scade il prossimo 28 giugno.