Enna. Tar Catania condanna comune capoluogo per impianto fotovoltaico

Enna. Il divieto di realizzare un impianto fotovoltaico in contrada Risicallà all’azienda agricola Mario Cascio ha portato il comune ad essere sconfessato e condannato dal Tar di Catania, che tra l’altro ha nominato un commissario ad acta nella persona dell’architetto Sebastiano Alesci, capo dell’ufficio tecnico del comune di Aidone, per consentire la costruzione dell’impianto che dovrà servire per dare energia a delle serre nel caso in cui il comune non rilasci la necessario autorizzazione. La sentenza è stata emessa della prima sezione del Tar di Catania, presieduta dal giudice Biagio Campanella, consigliere Maria Stella Boscarino, consigliere estensore Dauno Trebastoni. Il ricorso era stato presentato dall’azienda, difesa dagli avvocati Rita Barbera e Rosa Maria D’Antone. L’impianto avrà potenza inferiore a un megawatt e il costo, a carico dell’azienda, è di 4 milioni e mezzo di euro, ci sarà l’impiego di quindici lavoratori e un’operatività per 20 anni. Il progetto vuole utilizzare fonti energetiche alternative, l’energia solare per utilizzarla poi nelle serre. Le serre ad impianto fotovoltaico hanno come finalità quella di sfruttare i terreni, e nel contempo per coltivare e per produrre energia pulita. Questo progetto ha avuto un cammino burocratico molto difficile nel corso del quale il Comune ha respinto per ben due volte l’istanza dell’impresa. Ma per due volte poi il Tar le ha dato ragione. La superficie complessiva dell’area destinata al progetto è pari a 60.622 metri quadrati, mentre la superficie occupata dalle serre 4.037 metri quadri. Per cui, secondo i giudici, considerato che un decimo di 60.622 è pari a 6.062, non soltanto il progetto è approvabile, ma la ricorrente potrebbe utilizzare ulteriori 2.025 metri quadrati. Secondo il Tar, “le uniche motivazioni a sostegno del diniego di concessione, si sono rivelate infondate e documentalmente smentite”. Per questo, secondo il collegio del tribunale amministrativo il Comune non ha più “alcun ulteriore margine di discrezionalità amministrativa o tecnica, non essendo peraltro necessaria né possibile ulteriore attività istruttoria”. La sentenza evidenzia che non ci devono essere indugi per cui il prossimo passo sarà il rilascio dell’autorizzazione entro trenta giorni. Ma i giudici hanno deciso di andare anche oltre, per evitare possibili inerzie: “In difetto di spontanea esecuzione della presente sentenza da parte del Comune – si legge nell’ordinanza del tribunale amministrativo – nei termini sopra individuati, ai medesimi adempimenti provvederà in via sostitutiva un commissario ad acta, individuato nella persona dell’architetto Sebastiano Alesci, dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune di Aidone, assegnandogli a tal fine il termine di 60 giorni, decorrente dalla scadenza del termine assegnato al Comune, per l’espletamento dell’incarico”. Il comune è stato condannato ad un risarcimento di 4500 euro ed al pagamento delle spese processuali.