Sicilia arriva il “ritmo gitano” dei Giufà

La “BalkanRumba” è una di quelle rare espressioni che, se digitate su Google, rimandano sempre alla stessa fonte. Quella dei Giufà. Sono loro i massimi esperti del genere, a metà tra la taranta e la rumba, tra i Balcani e il Maghreb, con influenze afrocubane. Sono loro i maestri nel mescolare sonorità, strumenti, parole, suggestioni. Partiti da Solarino, dal 2004 ad oggi di strada ne hanno fatta tanta: tappe, incontri, esperienze e cambiamenti che li hanno fatti crescere, portandoli sui più importanti palchi del panorama musicale siciliano e italiano, meritando l’attenzione di musicisti e band già affermati, che in loro – e con loro – hanno trovato un feeling, un’intesa degna di memorabili collaborazioni, incise su disco.
Seby (voce e chitarra acustica), Danilo (chitarra elettrica e cori), Riccardo (basso elettrico), Giuseppe (tromba), Andrea (sax contralto), Santy (trombone), Simone (sax baritono), Salvo (batteria) e Pierpaolo (percussioni), contano i giorni che li separano dal prossimo traguardo: la prima data siciliana del “Ritmo Gitano Tour” che li vedrà alla Sala Lomax di Catania, mercoledì 24 aprile, alle 21.00 (ingresso gratuito), per presentare l’omonimo album e dare il via ai numerosi live in giro tra Italia e Inghilterra. Showcase e musica dal vivo con il supporto della grande famiglia di “Nati a Sud”, con gli special guest di Ciauda e William Wilson e con l’introducing affidata a Denis D’Ignoti.
Appena rientrati dalla Casa delle Culture di Trieste, sono già partiti alla volta di Londra per le due date del 19 e 20 aprile alla “Balkan Beat London”. E poi toccherà alla loro Sicilia, quando ad accompagnarli sarà l’emozione di un debutto, di una nuova sfida dal sapore gitano che vanta collaborazioni importanti come quella con Dudu dei Modena City Ramblers per il brano “La Carovana bulgara”.
Spontaneità e talento. Solari, coinvolgenti, accattivanti, incalzanti. I Giufà come pochi riescono a fondere la lingua italiana al dialetto siculo, con sonorità tipicamente mediterranee. Insomma “a fini do munnu” citando il primo mini Ep datato 2008, (Munnu, appunto) che ha dato il “la” alla scalata per la notorietà: prima in rotazione per le radio regionali e in giro per la loro amata Isola, poi oltrepassando lo Stretto per partecipare ad eventi nazionali di tutto rispetto. Loro, che dallo spirito gitano si sono lasciati letteralmente conquistare, in quest’ultima fatica discografica esprimono l’intensità del ritmo puramente girovago, dando voce alla parte più istintiva del mondo. Spirito libero, irriverente, a metà strada tra il pensiero e il desiderio, che trova nella musica la sua massima espressione: passione ma anche riflessione tra le note dell’album, in particolare quando cantano “Danzerò fino ai confini del tempo, sui caldi soffi del vento. E già lo so, ti incontrerò tra i tuoi colori sgargianti. E riderò e vagherò tra i suoni dei musicanti. Ciao Moldavia nel cuore ti porto per sempre”.
Secondo la più antica delle tradizioni siciliane Giufà era un ragazzo che si cacciava spesso nei guai, ma quasi sempre senza conseguenze, e viveva alla giornata, in maniera candida e spensierata. Fa sorridere Giufà, è uno spaccato del passato siciliano, è divertimento, emozione e sorriso. Come chi ne porta il nome, cantandolo.