Dipendenti Cisl delle nove Province a Caltanissetta

Dipendenti delle nove Province Regionali siciliane presenti all’affollata assemblea svoltasi a Caltanissetta, indetta dalla Rsu e dalla segreteria della Cisl Funzione Pubblica della Provincia per parlare della recente norma regionale di sostituzione di tali enti intermedi con i liberi consorzi comunali, e interrogarsi di conseguenza sul futuro del personale attualmente in servizio.
Proprio la tutela dei posti di lavoro dei dipendenti e della loro acquisita professionalità è stato il tema invocato a più voci nell’incontro cui erano stati invitati la deputazione provinciale e il governatore Crocetta – ma è intervenuto solo l’on. Gianluca Micciché -, mentre per la Cisl Fp era presente il segretario generale per la Sicilia Gigi Caracausi oltre al segretario per le province di Agrigento, Caltanissetta ed Enna Gianfranco Di Maria, che ha coordinato i lavori.
E’ stata, dunque, ribadita la necessità di dover avere chiarezza sul destino degli enti provinciali, che – si è ricordato a più riprese – già sono liberi consorzi di comuni, e proprio per questo ad essi andavano trasferite quelle competenze oggi svolte da vari enti regionali (Ato, Consorzi, ecc.) cui sono da addebitare i veri sprechi in Sicilia.
Numerosi gli interventi, aperti da Antonino Pistone (Rsu Provincia Caltanissetta), che ha biasimato come già si dia per scontata la fine delle Province, col risultato di rinunciare ad ogni programmazione anche nel breve termine. Ferdinando Arena (Provincia di Palermo) ha ricordato come la chiusura delle Province sia nata da un’operazione demagogica e populistica del presidente della Regione Crocetta, non tenendo conto che abolire tali enti vuol dire impoverire ulteriormente il territorio, mentre nessuno ha speso una parola circa il destino dei dipendenti, così come sui compiti che dovrebbero avere i nuovi consorzi: ma caricare tali futuri organismi (che non avranno trasferimenti dallo Stato) delle competenze oggi degli Ato, dei vari Consorzi regionali, ecc., vuol dire farli nascere già falliti.
Proseguendo nell’ordine degli interventi, Antonella Giovenco ha letto il documento redatto dal comitato spontaneo dei dipendenti provinciali di Caltanissetta che dice “no” alla eccessiva frantumazione del territorio e invoca una riforma che dia certezze sui trasferimenti delle risorse statali e regionali, oltre a normare adeguatamente la gestione del personale provinciale, evitando così di creare nuovi esodati a fronte di minori servizi sul territorio. Bisogna però stare attenti – ha poi rimarcato Letizia Ragazzi (Provincia Siracusa) – a non creare disgregazione con i vari comitati costituitisi, fermo restando che deve rimanere ai sindacati il compito di interloquire con un tavolo di confronto con la classe politica.
Un appello ad un’azione unitaria sindacale è poi venuto da Francesco Giuffrida (Provincia Catania), che ha anch’egli criticato come nessuno finora abbia parlato del destino del personale provinciale che rischia di perdere la propria professionalità. Per Renato Mancuso (Provincia Caltanissetta) i tanto invocati tagli avrebbero dovuto riguardare la componente politica (numero consiglieri e assessori comunali e provinciali), e allora sì che si sarebbero realizzati risparmi enormi, così come si sarebbe risparmiato delegando alle Province i compiti degli oltre duecento enti regionali con tanto di consigli di amministrazione, ecc., peraltro tutti nominati e non eletti.
Edmondo Iannello, anch’egli del comitato spontaneo della Provincia di Caltanissetta, ne ha ribadito le finalità che sono quelle di supportare l’azione dei sindacati, mentre Gianfranco Di Maria ha ancora una volta richiamato l’esigenza di lasciare inalterati i nove territori provinciali dell’isola, mentre si rischia adesso di avere 26 liberi consorzi, con altrettanti presidenti, segretari, consulenti, ecc.: dove sarà, allora, il risparmio? Bisognerebbe invece tagliare – ha detto – le spese della politica e destinare il risparmio alla stabilizzazione del personale precario. E in questo contesto – ha poi aggiunto Salvatore Saia, anch’egli funzionario della Provincia di Caltanissetta – non devono essere assolutamente mortificate le professionalità acquisite dal personale, che in tutti questi anni ha saputo fornire servizi alla collettività del proprio territorio.
Sono inoltre intervenuti dipendenti delle Province di Palermo e Messina, per rimarcare la necessità di un tavolo aperto di confronto con la politica e tenendo sempre in evidenza il fatto che già dal 1986 sono stati normati ruoli e competenze delle Province proprio in quanto liberi consorzi.
L’on. Gianluca Miccichè, a proposito del destino del personale, ha risolutamente affermato che sarebbe pura follia una strada che portasse al suo sbaraglio: qualunque sarà la riforma – ha detto – i posti di lavoro non verranno messi in discussione: semmai potranno insorgere problemi sulla qualità del nuovo lavoro, e qui si pone il problema del dover riconoscere le acquisite professionalità. Inoltre si pone su tutto – ha aggiunto – la questione squisitamente politica, ed è quella che la nuova riforma dovrà essere al massimo condivisa a livello parlamentare, perché sarà destinata a durare nel tempo, e dovrà per di più essere in sintonia con quella prevista a livello nazionale sui nuovi assetti istituzionali.
Ha concluso l’assemblea Gigi Caracausi che ha annunciato che il confronto sulla problematica sarà aperto agli altri sindacati, con un coordinamento che si interfaccerà con il governo regionale, iniziando da un prossimo incontro con la Commissione Affari istituzionali dell’Ars. (tutte le Province sono state invitate a intervenire tramite proprie delegazioni). Intanto per il mese entrante è annunciata, sulla problematica, un’assemblea sindacale generale a Tusa.