Beppe Manno: Per parlare di cinema……

Era la sera del 28 dicembre 1895 in un freddissimo inverno parigino nello scantinato de Boulevard des Capucines quando il cinema venne alla luce.
Erano presenti trentatrè spettatori attratti dall’invenzione dei fratelli Louis e August Lumièr ad aver pagato un franco per assistere alla proiezione.
Loro sono stati i primi a godere le immagini che uscivano dal lenzuolo bianco che sembravano avventarsi su di loro.
E’ l’illusione della verità, è il magnifico paradosso di questa illusione consapevole, che ancora oggi fa della sala cinematografica un antro delle meraviglie.
Il cinema-linguaggio, passione collettiva del nostro tempo ha la stessa età dell’energia elettrica, nasce insieme con l’illuminazione delle metropoli facendo cosi della sua propria luce il luogo dei nuovi sogni di massa.
I film sono la nostra cultura diffusa, hanno preso il posto delle rappresentazioni tragiche che avvenivano nella polis, del romanzo, del melodramma nell’Ottocento.
Abbiamo tutti il “vizio del cinema” quello che ci fa vivere un film come una seconda vita.
Il proibire un film è cosa molto diversa dalla censura, non l’hanno ancora inventato, nessuno tantomeno e uscito con l’idea che abbuffarsi di film possa nuocere gravemente alla salute.
Se vuoi vedere un film d’essai “d’assaggio o ricercato” lo devi vedere subito nelle sale sennò lo fanno sparire ed adesso le visioni sono tutte prime,non seconde o terze parrocchiali come una volta.
Quindi vale la pena soffermarsi su alcuni film rari che nel piccolo schermo non vedremo mai, sto parlando di “Water, La generazione rubata, La guerra di Mario, Il sole dentro, Camino” per fare qualche esempio ospitati in concorso ai Sundance Film Festival, San Sebastian, Venezia o Taormina e quindi destinati ad essere visti dai piu’ attenti e frequentatori cinefili.
Purtroppo non tutti alla fine li vedrannò, anche per un problema tecnico legato alla distribuzione oltre che ai costi economici trattandosi di film che fanno poco botteghino.
Ma un altro problema, nel frattempo incombe nelle sale cinematografiche quella di adeguarsi all’era del digitale, infatti, la più recente delle meraviglie dopo il suono ed il colore, invita sostanzialmente alla chiusura le vecchie sale di provincia, così come già vedevamo nelle immagini del film Nuovo Cinema Paradiso.
E’ pur vero che in tante città italiane, si sta riscoprendo il gusto perduto ossia quello di ritrovarsi nei cineforum o cineclub, vecchi luoghi di aggregazione sociale e di dibattito che avevano ed hanno il compito di interrogarci per un cinema di qualità, di cultura oltre frontiera.
Per me il cinema deve essere questo luogo, che ti incolla alla poltrona dal primo all’ultimo fotogramma, capace di emozionarti.
Penso che il vizio del cinema, se c’è l’hai non puoi perderlo altrimenti te lo puoi solo guadagnare.
Beppe Manno