Enna. All’Umberto I° l’assemblea generale dell’Avo

Enna. Presso la sala conferenze dell’ospedale Umberto I° si è riunita l’assemblea generale dell’Avo, l’associazione di volontariato che opera nell’ospedale e nelle case di riposo, per fare il punto della situazione di questi primi sei mesi del 2013. A presiedere i lavori assembleari è stato il presidente Enzo Guarasci che ha relazionato sulle molteplici iniziative e attività svolte dai volontari. Sono 3.330 le ore di presenza che i volontari hanno dedicato da gennaio a oggi così suddivise: 1.846 i soci, 884 i tirocinanti e 600 ore la formazione. “Ci riteniamo soddisfatti per l’ottimo risultato –ha commentato Guarasci- e per il contributo che ognuno di noi ha saputo dare dentro questa organizzazione. Per questo voglio ringraziare tutti: il consiglio esecutivo, i singoli volontari, i medici, il personale amministrativo e la portineria dell’ospedale. E’ stato un coinvolgimento totale dove ogni singolo operatore è riuscito a dare un colore a questo grande mosaico che è l’Avo, perchè ciascuno è un colore specifico, particolare. Un grazie va rivolto soprattutto al numeroso gruppo di giovani che ha frequentato il 24° corso, che in questi mesi ha potuto effetuare un cammino di maturazione e di esperienza avvicinando l’ammalato e l’anziano”.

Guarasci, inoltre, nel ribadire il concetto di volontariato partecipativo ha poi espresso ampia rilevanza nei confronti dell’importanza della formazione del volontario e dei giovani e al fatto di lavorare in rete, collaborando con le altre associazioni, per aiutare tutte le persone in stato di bisogno.”Siamo riusciti a realizzare diversi progetti in rete –ha detto-. L’ultimo quello che abbiamo presentato sabato scorso, nel corso della manifestazione in piazza Bovio, durato 18 mesi e che fa parte del programma EnnaNet, che ci ha visto in rete con altre 19 associazioni della provincia”. L’Avo è presente a Enna da 24 anni e gli oltre cento volontari, con i loro sorrisi e la loro disponibilità, sono un valido sostegno per gli ammalati dell’Umberto. “L’impegno che l’associazione richiede –ha spiegato Guarasci- non è gravoso in quanto si concretizza in un turno di servizio di due ore la settimana prestato però con continuità, serietà, fedeltà e professionalità in modo che chi usufruisce del nostro servizio possa contare su una presenza costante ed efficace. Quello che non deve mai venire meno –ha aggiunto- in un volontario Avo è l’entusiasmo”. E probabilmente è il motivo per il quale ogni volontario non può prestare servizio più di una volta a settimana, per non correre il rischio di portarsi a casa i problemi degli altri e compromettere quella serenità che gli sarà poi indispensabile quando tornerà in ospedale la settimana successiva.

Pietro Lisacchi